Resta appeso a un filo il futuro di Petrachi alla Roma, dopo l’improvvisa crisi scoppiata tra giovedì e venerdì in seguito al caso che anche a distanza di anni, quando sarà ricordato, non potrà che strappare un amaro sorriso. Lo strano caso del direttore sportivo licenziato per un equivoco. Si potrebbe intitolare così, ammesso e non ancora concesso che poi vada davvero a finire col divorzio, dopo neanche un anno di lavoro (ufficiale), tra il direttore sportivo e la società giallorossa.
Perché al netto di alcuni comportamenti non sempre graditi che però ormai erano entrati a far parte dell’aneddotica legata all’immagine del dirigente un po’ ruspante («mio padre mi ha insegnato – ha detto proprio pochi giorni fa in un’intervista a Sky – ad amare chi ti fa piangere, non chi ti fa ridere»), se Petrachi lascerà la Roma sarà soprattutto per colpa di un durissimo messaggio di testo inviato direttamente a Pallotta nella notte tra giovedì e venerdì, in seguito ad un equivoco generato da un ringraziamento “monco” dello stesso presidente a Fonseca.
La storia è ormai (tristemente) nota, almeno per i lettori del Romanista: per celebrare il primo anniversario della firma del contratto di Fonseca, la società ha pubblicato una lunga intervista in cui l’allenatore ha ricordato i tratti salienti della stagione vissuta prima dell’interruzione per il Coronavirus. Subito dopo la pubblicazione sul sito ufficiale, è arrivata una comunicazione di Pallotta a ringraziamento del lavoro svolto dal tecnico, in cui tra le altre cose il presidente sottolineava il feeling spontaneo sorto con Guido (Fienga, l’ad) e Manolo (Zubiria, il responsabile organizzativo). (…)
Nell’intervista ovviamente Pallotta aveva anche elogiato il lavoro svolto da Petrachi, ma si vede che, alla domanda su Fonseca, aveva limitato i suoi ragionamenti al feeling con gli altri due dirigenti. Insomma, niente di più che un piccolo incidente diplomatico, risolvibile con una battuta e una (virtuale) pacca sulle spalle magari a distanza, visto che peraltro tra Pallotta e Petrachi non c’è alcuna familiarità visto che il ds non parla inglese e il proprietario del club non parla l’italiano.
E invece il ds l’ha presa malissimo e già nella notte tra giovedì e venerdì ha inviato un durissimo messaggio direttamente sul telefonino del presidente. Poi se n’è ovviamente lamentato con l’ad Fienga e a nulla sono valse le rassicurazioni circa la circostanza degli elogi rivolti in un’altra parte dell’intervista. Come primo effetto la pubblicazione dell’intervista è stata ovviamente sospesa (anche perché sarebbe inevitabilmente sembrata una “riparazione” e un’implicita ammissione al torto perpetrato), ma la cosa più grave è che a questo punto la questione è diventata un’altra: la durezza del messaggio ha indispettito Pallotta e ora Petrachi rischia il licenziamento per giusta causa. (…)
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco