L’attesa lo consuma, anche se oggi che è un uomo navigato non sente la pressione come nei primi derby giovanili. Daniele De Rossi sarà il capitano domenica contro la Lazio. Totti scalpita, si è candidato, ma è molto probabile che parta ancora dalla panchina. De Rossi si è gestito in queste ultime settimane in vista del derby. E’ andato in panchina contro il Viktoria Plzen e questo è accaduto tre giorni dopo anche contro il Pescara. Quando Spalletti ha avuto bisogno di lui nel finale, lo ha chiamato dopo che era andato a scaldarsi. «Te la senti?», la domanda dell’allenatore. «Sì, proviamo», la replica del centrocampista. Poi il tecnico si è rivolto al medico, per avere il suo parere: «Per me va bene». Un leggero risentimento muscolare che ha consigliato prudenza, ma che non mettono De Rossi in dubbio per il derby. Non è una partita come le altre, per questo forse non è mai entrato in sintonia con Zeman. Finora ne ha giocati ventisei e domenica affiancherà anche Masetti (che però nel conto presenta anche due derby amichevoli) al secondo posto. Davanti ormai ha solo Francesco Totti.
GIOIA E RABBIA – Il suo bilancio è positivo. Undici vittorie, sei pareggi e otto sconfitte. Ha esultato quando ha vinto, senza far caso troppo alla forma. Si è arrabbiato quando ha perso e in una occasione è stato anche espulso. Un’altra volta gli fu comminata una multa di 7.500 euro per un’esultanza offensiva nei confronti dei tifosi laziali, dopo il derby del 25 maggio dello scorso anno. Ranieri vinse un derby storico lasciando negli spogliatoi nell’intervallo Totti e De Rossi, i due romani che sentivano troppo la stracittadina. Spalletti quando è tornato a Roma ha trovato un calciatore più maturo, anche per questo lo ha difeso quando è stato espulso contro il Porto, pur togliendogli i gradi di capitano. E negli ultimi tempi, da quando si è cominciato a parlare del rinnovo del contratto, il tecnico si è speso in favore della conferma del centrocampista. De Rossi, dopo la vittoria sul Pescara, parlando del derby ha detto: «E’ una partita importante come sempre, quello che cambia è che oggi la Lazio è una buona squadra. Ma non ci penso, la mia ossessione è la classifica».
DERBY DI VERTICE – La Roma si è riavvicinata alla Juve e ora si è riaperto il discorso scudetto. La sfida di domani è importante anche per questo. Daniele da ragazzino il derby lo viveva male, con la tensione che gli toglieva il sonno. Poi è cambiato, ma la Lazio è sempre un avversario diverso dagli altri. De Rossi nel derby ha segnato una sola volta e la Roma ha perso. Era nel 2009, l’ultimo derby del primo Spalletti, finì 4-2 per la Lazio, uno dei suoi ricordi più brutti nelle stracittadine. Gli manca un gol decisivo, uno di quelli che resterà negli annali. Sarà un derby con pochi tifosi, solo settemila i biglietti venduti per i settori riservati ai romanisti. De Rossi ha criticato la scelta di aver imposto le barriere, nei giorni scorsi con Totti e Florenzi ha incontrato i vecchi ultrà della curva. «Un derby senza tifosi è una miseria», ha detto avvicinandosi alla stracittadina. Negli ultimi mesi De Rossi si è ripreso la Roma. Aveva pensato di andarsene a fine stagione, alla scadenza del contratto, al termine della fase più importante della sua carriera. Ha sempre detto di essere attratto da un calcio con meno pressioni, da un’esperienza negli Stati Uniti. Ma negli ultimi tempi ha rivisto i suoi progetti per il futuro. La Roma gli ha già dato disponibilità a discutere il rinnovo del contratto. Il suo futuro sarà ancora in giallorosso, ci saranno altri derby da giocare. Lo hanno cercato anche grandi club in Italia, ma lui non potrebbe mai vestire una maglia diversa in Italia. Non potrebbe provare emozioni così forti in un altro derby.