Uno o due. Tre al massimo e tutti in difesa. Alla voce debuttanti, il derby giallorosso registra pochi volti nuovi. L’unico certo di una maglia è Fazio, gli altri due in lizza sono Bruno Peres e Juan Jesus, senza dimenticare Vermaelen appena rientrato dopo lo stop per pubalgia. Singolare che tutti abbiano, in modo diverso, un feeling particolare con le stracittadine.
SORPRESA GOLEADOR – L’ultima esperienza di Fazio a Londra è stata così frammentaria e anonima che prendere in considerazione una manciata di minuti disputati in uno dei tanti derby che regala la City, non regalerebbe un quadro reale. Meglio analizzare la sua esperienza al Siviglia, dove ogni anno il confronto con il Betis è tra i più accesi in Spagna. L’argentino non si può lamentare: in 11 sfide, ne ha vinte 6, pareggiate 3 e perse 2, di cui una indolore in Europa League nella stagione 2013-14. Alla sconfitta nella gara di andata per 2-0, il Siviglia riuscì infatti a rimediare pareggiando i conti nella partita di ritorno per poi vincere ai calci di rigore. Essendo un difensore, Fazio non è un calciatore che in carriera ha segnato molto. Dalla promozione in prima squadra al Siviglia (stagione 2007-08), tra coppe e campionato, ha realizzato 14 reti. Tre di queste le ha segnate al Betis. La prima proprio nella stagione del debutto nel campionato spagnolo, su assist di Dani Alves (2-0) . Le altre due, nella vittoria a valanga (5-1) del 2012-13. Marchio di fabbrica, nemmeno a dirlo, il colpo di testa.
COAST TO COAST – Bruno Peres, invece, di derby ne ha vinti pochi. Giocare a Torino nella squadra che non sia la Juventus, è una giustificazione che basta e avanza. In 5 confronti, il brasiliano ne ha persi 4 e vinto appena uno (2-1), nel 2015, che pose fine ad un digiuno granata lungo 20 anni. Ma il ricordo più bello legato alle sfide con i bianconeri, è datato nonostante la sconfitta al derby del 30 novembre 2014. Quella corsa sfrenata alla Bale (2014, contro il Barcellona), alla Weah (1996, contro il Verona) o se preferite alla Berti (1988, contro il Bayern Monaco), da un’area all’altra, rimarrà indelebile. Settantotto metri tutti di un fiato nei quali prima aggira Pogba che lo molla subito. Poi parte sulla destra e affronta Evra, saltato con facilità. È il turno di Vidal che prova a raddoppiare ma nel momento stesso in cui si avvicina ci ripensa. Uno sprint lungo 11 secondi, prima di non lasciare scampo a Buffon con un destro pazzesco. Era da 12 anni che i granata non facevano gol nel derby: forse è valso la pena aspettare.
CAPITAN JESUS – Anche Juan Jesus ha la sua storia da raccontare in rapporto alle stracittadine. Contro il Milan, gode di uno score di tutto rispetto: 3 vittorie (tutte per 1-0), altrettanti pareggi e una sola sconfitta. Proprio all’unico ko, quello dello scorso anno, è legato però un ricordo particolare. Juan Jesus, infatti, giocò il derby milanese con la fascia di capitano al braccio. Una figura, quella del capitano, che gli piace molto: «Ho sempre avuto uno spirito da leader, un profilo da capitano ha raccontato a giugno a Globoesporte – Un giorno mi piacerebbe diventarlo. Lo sono già stato nelle giovanili dell’Internacional e pure in quelle della Seleçao». A Roma, con Totti, De Rossi e Florenzi, se ne farà una ragione.