Il selfie di Totti, senza dubbio. Non potrebbe essere altrimenti, visto che ha fatto il giro del mondo. Ma anche la maiuscola prestazione di Kevin Strootman, forse l’unica in questi due anni di calvario in cui l’olandese, da solo, ha davvero cambiato la partita. Il centrocampista con la Lazio ha soltanto dolci ricordi, l’ultimo, appunto, è quel derby dell’11 gennaio 2015: entrato nel secondo tempo al posto di Nainggolan, insieme a Totti, a cui regala anche un assist, ribalta il 20 iniziale, tornando a sentirsi quel calciatore che pochi mesi prima era appetito da mezza Europa. Un fuoco di paglia, poco tempo dopo Strootman si opererà di nuovo e poi di nuovo ancora, fino al definitivo rientro in campo di quest’anno. La Lazio, da quel giorno, non l’ha più incontrata, lo rifarà domenica, cercando di mantenere la tradizione: in 3 partite non ha mai perso.
NATALE E REGALI – In questi giorni Strootman ha dato poche notizie di sé sui social network, qualcosa in più ha mostrato la fidanzata Thara, che lo ha ripreso mentre decorava l’albero nella loro casa di Casal Palocco. Scene di vita quotidiana, di un ragazzo di 26 anni che vorrebbe farsi il regalo ancora prima di Babbo Natale (probabilmente trascorrerà al caldo le vacanze): tornare ad essere decisivo, magari nella partita che conta di più e magari contro il suo amico De Vrij, che quando doveva decidere se accettare l’offerta della Lazio lo chiamava un giorno sì e l’altro pure per avere dei consigli.
IN RIPRESA – Domenica sul campo spazio per l’amicizia non ci sarà, in un centrocampo ridotto all’osso dall’assenza di Paredes e dalle poche certezze che fornisce Gerson, a Strootman (e De Rossi e Nainggolan) saranno chiesti gli straordinari contro Lazio, Milan e Juve. L’obiettivo è ritrovare brillantezza non tanto fisica (a Trigoria giurano sia in netta ripresa), quanto mentale: una piccola lentezza di pensiero, quella dell’olandese, che magari per un giocatore diverso sarebbe poco influente, per uno che a 23 anni era considerato uno dei talenti più promettenti d’Europa rischia di essere ancora un limite.
IL RINNOVO – Nessun limite, invece, è rappresentato dalla scadenza del contratto e da una trattativa per il rinnovo che non sta registrando significativi passi avanti: più di un anno fa, era il 15 ottobre 2015, Pallotta annunciò urbi et orbi dai canali di casa: «Strootman ha rinnovato, mancato solo le firme». Non era proprio così, il presidente fu un po’ troppo ottimista, perché la base c’era e c’è ancora – Kevin vuole prolungare con la Roma, la Roma vuole goderselo a lungo –, ma vanno messe a punto parecchie questioni. Il suo contratto scade nel 2018, il tempo c’è ma in fondo neanche troppo, e allora con il nuovo anno il suo agente e la società si metteranno di nuovo a tavolino per risolvere tutto. La Roma aveva pensato di farlo capitano dopo l’epoca di Totti e De Rossi, la fascia sarà invece ereditata da un altro romano, Florenzi, e a Strootman sta bene così. Anzi, è stato lui stesso a dirlo, sia pubblicamente che privatamente. Non sono i gradi, d’altronde, a fare di un giocatore un leader, ci vogliono carattere, talento e personalità. Ci vuole, insomma, lo Strootman vecchia maniera. Quello che cambiava le partite da solo, come quell’11 gennaio del 2015.