Il mistero del Golfo Persico agita la Roma. Mentre la squadra si prepara per la partita più importante dell’estate, la società vive un momento di smarrimento per la comparsa sulla scena di un nuovo soggetto, l’imprenditore kuwaitiano Fahad Al-Baker, che sui social prima e in televisione poi ha annunciato di aver presentato un’offerta per l’acquisto del club.
E’ una storia credibile? Negli uffici di Viale Tolstoj, zona Eur, non sanno rispondere. Perché la due diligence, cioè l’esame dei conti della Roma, è stata completata solo da Dan Friedkin, che resta un potenziale compratore molto attento alla comunicazione (e soprattutto alla discrezione). Ma nessuno può escludere che Al-Baker, proprietario insieme al fratello di una società di servizi di Kuwait City, abbia contattato direttamente Pallotta, ottenendo le credenziali per accedere alla data room virtuale della Roma per poi proporre un affare al padrone. Una cosa è certa: Pallotta, che due giorni fa faceva il guascone via messaggio con chiunque lo cercasse, ieri non aveva più tempo né voglia di scherzare.
Proprio il tempo per il futuro della Roma è un elemento decisivo. Guido Fienga, che ha chiuso al 30 giugno il bilancio a -180 milioni inclusa la quota degli stipendi “spalmati” dei calciatori, aspetta il completamento della ricapitalizzazione, 60 milioni di liquidità che serve entro ottobre per garantire la continuità aziendale. Se non cambia la proprietà, 42 dovranno arrivare dalla cordata di Pallotta e gli altri 18 dai piccoli azionisti. Ma l’ipotesi che l’immissione di denaro fresco venga dal nuovo investitore è concreta.
«Entro dieci giorni saprete, io sono ottimista» urla ai quattro venti Al-Baker, detentore di un’azienda kuwaitiana chiamata Winners Trading Company. Per capire qualcosa di più abbiamo contattato ieri mattina il suo intermediario, Alharith Alateequi, che con grande cortesia ci ha risposto dal suo ufficio romano poco prima di partire per una vacanza nella Costiera Amalfitana. «Non posso dirle molto, rispetto il suo lavoro ma cerchi di capire – ha spiegato in inglese – sappia soltanto che il signor Al-Baker ha voluto pubblicizzare l’esistenza di un’offerta per mettere a freno le speculazioni». Alateequi, che ha il titolo di capitano avendo un passato nell’imprenditoria navale, lavora per la Q8, la compagnia petrolifera kuwaitiana, che ha curiosamente la sua sede a 2 chilometri da quella della Roma, sempre all’Eur ma in Viale dell’Oceano Indiano. «Per favore non scrivete che siamo legati a un fondo sovrano del Kuwait – prega – perché non è vero».
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida