Si decolla. In generale per cominciare a costruire la nuova Roma, nello specifico verso Londra. Dove oggi ad attendere l’amministratore delegato Guido Fienga, a cui sono stati riconfermati pieni poteri, ci sarà un Ryan Friedkin che non vede l’ora di sentirsi operativo (c’è chi assicura che stia andando già a lezione di italiano) per la creatura giallorossa su cui papà Dan e il suo gruppo hanno investito centinaia di milioni. Sarà un incontro a quattr’occhi, forse nell’ufficio londinese della Roma.
E sarà un incontro in cui si parlerà soprattutto di numeri, bilancio, conti, prospettive, progetti per aumentare il fatturato, uscita dalla Borsa. Non è prevista la presenza del procuratore-mediatore Gabriele Giuffrida che accompagnerà Fienga nelle sue ventiquattro londinesi, anche perché molto probabilmente Giuffrida si vedrà in contemporanea con il direttore sportivo della Juventus, Fabio Paratici, buon amico sia del Ceo giallorosso sia del procuratore (oggetto dell’incontro il mercato).
Quel mercato, invece, che secondo i sussurri che sono trapelati da Trigoria, non sarà oggetto di discussione approfondita nel faccia a faccia tra la nuova proprietà e il dirigente a cui hanno affidato il progetto di rilancio della società. Così come non si parlerà di un nuovo direttore sportivo, ruolo sul quale i Friedkin preferiscono prendere tempo, volendo innanzitutto capire le risorse interne (tra cui Morgan De Sanctis) prima di prendere una decisione che altrimenti rischierebbe di essere affrettata.
Di sicuro non si parlerà di Ramon Planes, il ds del Barcellona che nei giorni scorsi era stato accostato al club giallorosso, anche perché proprio ieri il club catalano ha ufficializzato, dopo il licenziamento di Abidal, la promozione di Planes nel ruolo di numero uno delle operazioni di mercato.
Si parlerà, quindi, soprattutto di numeri per pianificare tempi e modi di una strategia che prima di qualunque altra cosa dovrà rimettere in sesto il bilancio giallorosso. Un lavoro su cui il gruppo Friedkin sta lavorando da quando fu conclusa la due diligence che, senza la tragedia della pandemia, avrebbe portato al cambio di proprietà già all’inizio del marzo scorso.
Per averne la conferma basta vedere la data di costituzione della società Romulus and Remus Investments LLC, sede in quel Delaware che a suo tempo ci fece conoscere anche Pallotta (ieri l’ex proprietario è stato oggetto di uno striscione molto duro da parte dei tifosi romanisti): i gemelli sono rinati il ventisei febbraio scorso con un capitale interamente versato di duecentoquindici milioni di dollari.
Probabilmente filtrerà poco dall’incontro che oggi ci sarà a Londra.
Del resto le linee strategiche future del club, i nuovi proprietari le hanno fatte capire nel documento in cui hanno ufficializzato l’Opa che ci sarà nel prossimo mese di settembre. Obiettivo ormai dichiarato quello di uscire dalla Borsa, un’operazione che costerà una ventina di milioni che andranno ad aggiungersi al totale di un investimento superiore ai 600 milioni, comprendendo pure le parcelle da pagare ai vari studi legali che sono stati coinvolti nel deal (si parla pure qui di decine di milioni di euro). (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri