«Questa è una sfida che smuove due classifiche: quella del campionato e quella dell’eterno contrasto tra Roma e Lazio». Luciano Spalletti ha una certa esperienza di derby: sulla panchina della Roma ne ha già vissuti 9 (4 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte il suo bilancio). Sa che la stracittadina capitolina sfugge ad ogni pronostico, ancora di più se tra le squadre c’è solo un punto di differenza.
La classifica dice Roma 29 (seconda) e Lazio 28 (quarta). La squadra di Inzaghi è sicuramente una sorpresa. Tanto che qualcuno la preferisce alla Roma nel pronostico. Spalletti accetta a metà: «Lazio favorita? Ci fa piacere, per noi è sicuramente uno stimolo, ma se loro hanno fatto tutto bene e noi tutto male e siamo davanti, seppure di poco, qualcosa stona. Io amo i miei calciatori e so che abbiamo la qualità per passare, anche se non sempre siamo riusciti a dare il cento per cento. Se giochi contro il Real Madrid è chiaro che, per vincere, devi dare qualcosa di eccezionale. Contro la Lazio, invece, dobbiamo cercare di essere noi stessi. Sarà difficile, ma abbiamo le carte in regola per portare a casa il risultato, facendo le scelte giuste nei momenti giusti. Il derby è sempre speciale, però si vince come si vincono le partite normali».
Non ci sarà Salah, ma Spalletti ha recuperato El Shaarawy: la sua presenza in campo è il dubbio più grande della vigilia. Ci saranno De Rossi e Totti (dovrebbe partire dalla panchina), unici simboli della romanità, visto che Florenzi è infortunato: «Se si riescono a vincere le emozioni, è un punto a vantaggio. Se respiri il derby tutto l’anno, però, rischi di andare in over. La romanità è uno stile di vita che ci sentiamo addosso, non abbiamo bisogno di conferme o spinte ulteriori, per noi è una seconda pelle. Sentiamo il peso di giocare con questa maglia».
A rafforzare il legame, dopo il veto della Questura all’allenamento a porte aperte al Tre Fontane, ieri a Trigoria sono arrivati 600 tifosi per sostenere la squadra. La società, con il consenso di Spalletti, li ha fatti entrare per parte dell’allenamento: applausi, cori, fumogeni e uno striscione («Lontana dagli occhi, ma non dal cuore. Voi per i tre punti, noi per l’onore!») per far sentire il supporto ai calciatori, visto che oggi, in segno di protesta contro le barriere in curva Sud, non entreranno all’Olimpico.