Nicolò Zaniolo si è lasciato convincere da Bonucci e Chiellini, due veterani della Nazionale e baluardi della Juve, da sempre interessata al talento giallorosso. Andrà ad operarsi a Innsbruck dal professor Fink. Lo scorso anno nella clinica in Austria si ritrovarono Chiellini e Pavoletti, entrambi per la rottura del legamento crociato del ginocchio. L’attaccante del Cagliari ha dovuto subire un secondo intervento al crociato lesionato per essere scivolato in un locale. Zaniolo, dopo essere stato operato da Mariani a gennaio, stesso infortunio all’altro ginocchio, ha scelto un’altra strada. Dopo un intervento perfettamente riuscito era rientrato in campo a luglio. La Roma ha indicato il consulente ortopedico, il professor Mariani, ma il giocatore, d’accordo con la famiglia, ha deciso di andare in Austria.
Il nuovo intervento è previsto per domenica, si cerca di accelerare i tempi. Il ragazzo era assalito da tanti dubbi, martedì era pronto a entrare in sala operatoria il giorno successivo a Villa Stuart, poi ha fatto una scelta diversa. Ha ricevuto tante telefonate, tra le quali quelle dei veterani azzurri. Ha preferito fare un altro percorso mentale, un iter nuovo, dopo cinque mesi di calvario appena conclusi. Anche per avere altri stimoli. Zaniolo resterà a Innsbruck per venti giorni, poi avrà un fisioterapista personale che si coordinerà con il professor Fink. L’entourage di Zaniolo ribadisce massima stima nel professor Mariani. L’ortopedico romano illustra il quadro clinico del giocatore.
Professor Mariani, ci sono concause con il primo infortunio di Zaniolo? «Assolutamente no. Non è capitato al ginocchio operato da me, bensì all’altro. Ma non è una casualità. I medici della Roma e tutti gli esperti nel settore sanno bene che c’era il rischio di recidive, in particolare quando il primo trauma e quindi anche il secondo avvengono senza un contrasto importante. Ciò è dovuto alla struttura anatomica dei condili del femore che predispone alla rottura del legamento».
Ci aiuti a capire meglio… «Faccio un esempio: De Rossi che ha giocato quasi fino a 40 anni non si è mai rotto i legamenti, invece il caso di Zaniolo è diverso. Questo dimostra che c’è sempre una certa predisposizione. La maggioranza dei calciatori al mondo non subisce la lesione del crociato anteriore, De Rossi ha fatto una lunga carriera senza mai rompersi il crociato. Quando un calciatore riporta questo tipo di infortunio c’è sempre una certa predisposizione anatomica del ginocchio e il legamento è l’elemento più esposto. Ho letto in questi giorni dichiarazioni di gente non qualifi cata che ha fatto ipotesi fantasiose. Vorrei far notare come tra il rientro di Zaniolo e Demiral, infortunatisi nella stessa gara, alla fi ne corrono solo venti giorni. Non c’è stata nessuna accelerata».
Cosa si poteva fare per prevenire? «Niente, perché è impossibile prevenire un nuovo trauma, che secondo la mia esperienza predispone a una rottura». (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo