Guido Fienga batte tre colpi, non sul mercato ma in conferenza stampa: rivendica il diritto della Roma di difendersi nel caso Diawara, conferma Paulo Fonseca e ribadisce la centralità di Dzeko nel progetto giallorosso. L’occasione per rispondere alle domande dei giornalisti arriva dalla conferenza di presentazione di Pedro andata in scena ieri a Trigoria.
L’introduzione su Pedro «Siamo felici di presentare in maniera ufficiale Pedro come nostro calciatore. Quando ha scelto la Roma e ha detto di sì siamo stati contenti, perché è inutile sottolineare come sia un giocatore che in tutti i campionati ha vinto più di tutti in tutte le competizioni. E questo è uno dei motivi che ci fa contenti della sua scelta. Avere un giocatore come lui in squadre significa inserire capacità e spirito vincente. Questo è quello che vogliamo importare in questa società e soprattutto nella squadra. Sono contento di come si è inserito, a lui abbiamo affidato non solo il compito di far bene in campo ma anche il compito di importare queste capacità e questi valori su cui lui ha fondato la sua carriera. Per questo siamo contenti di averlo in squadra».
La sconfitta a tavolino arrivata per il caso Diawara. Lei cosa si sente di dire? «L’episodio è chiaramente basato su un errore fatto da noi in assoluta buona fede, ma che certamente non ha portato alcun vantaggio alla Roma. Perché non portava a inserire giocatori in più o non tesserati, come successo nell’episodio del Sassuolo citato da molti in questi giorni. Sulla base di questo riteniamo che la Roma ha il diritto di potersi difendere. Certo sentendo organi federali o il presidente della corte che dovrà giudicarci esprimersi in anticipo e commentare la vicenda, anche facendo dell’iroinia, sembra che questo diritto alla difesa venga compromesso. Partire da subito dicendo che non ci sono chance di vincere il ricorso significa equiparare la colpa al dolo e non è assolutamente detto che sia così. Abbiamo il diritto a difenderci, riteniamo che il caso del Sassuolo sia diverso e speriamo ci sia un giudizio sereno e indipendente, con lo stesso rispetto con cui noi rispettiamo la giustizia e gli organi federali». (…)
FONTE: Il Romanista – D. Moio