L’ Inibito Guido Fienga ha spiegato le ragioni e i programmi a breve della Roma durante la conferenza stampa a distanza sociale per la presentazione di Pedro. È stato chiaro e diretto. L’Inibito, contro il quale sta per scattare un secondo provvedimento e allora immagino che patteggerà per evitare la squalifica (curioso come tutte queste sanzioni gli vengano comminate a pochi giorni dall’assemblea di Lega nella quale si deciderà l’ingresso dei fondi: ricordo che l’Inibito si è schierato a favore di un private equity sgradito ai lotitiani, che hanno un loro piano); l’Inibito, dicevo, sta portando avanti da solo o quasi – e tra mille difficoltà dovute ai tempi ristrettissimi del passaggio di proprietà – la gestione della Roma.
Bene. Anzi, male. Alla vigilia della sfida con la Juve (anche a Torino hanno altri pensieri) la Roma vive uno dei momenti più difficili della sua storia sul piano dei rapporti con la tifoseria, sempre più diffidente e insoddisfatta: si è raffreddato in poche settimane l’entusiasmo per l’arrivo dei Friedkin e soprattutto per l’addio di Pallotta e dei pallottolieri.
Proprio dai Friedkin dovrebbe partire l’azione di ricomposizione della frattura attraverso un acquisto di livello, ma al momento – non avendo ancora compreso il senso del calcio italiano – questo impulso non c’è stato. Immagino che a Dan e Ryan siano stati abbondantemente chiariti i motivi che hanno portato alla rottura tra Pallotta e il mondo Roma: per questo, soprattutto ora, l’elemento emozionale, il decisionismo e la presenza fisica non andrebbero trascurati. Avendo studiato Lingue e non avendo perciò bisogno di sostenere esami d’inglese all’Università degli Stranieri di Perugia, mi sono preoccupato di tradurre questo breve testo per facilitarne la comprensione.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni