Nella vita, a volte, la comprensione piena degli eventi arriva grazie ad una sorta di illuminazione. Pensate a Roma-Juventus di due giorni fa. Al momento del calcio di rigore vincente e della cavalcata trionfale persino degli uomini di Houston si sono alzati in piedi. Dan e Ryan Friedkin probabilmente hanno anche capito il perché, in questo momento, Jordan Veretout sia stato uno dei giocatori più appetiti della Roma.
Non è un mistero, ad esempio, che il centrocampista francese sia stato seguito a lungo dal Napoli, che lo aveva individuato per sostituire Allan. La richiesta della dirigenza è stata decisa: 40 milioni. Trattabili, naturalmente, ma quanto basta per capire all’interlocutore che per strappare uno dei gioiellini della corona di Paulo Fonseca bisognava fare davvero sul serio.
L’allenatore lo considera tra i giallorossi dotati di maggiore leadership all’interno dello spogliatoio. Nonostante non sia mai arrivato in Nazionale maggiore. Eppure il duello in mediana con il connazionale Rabiot lo ha stravinto il giallorosso. In un centrocampo ricco di talento e di giocatori, l’unico che è sempre sicuro del posto è solo lui. Anche perché sui calci piazzati, ormai, è diventato un punto di riferimento per la squadra.
È per questo che Fonseca sa di poter chiedergli non solo corsa e gol, ma anche molto altro. Veretout comunque, prima di pensare al futuro, ha la testa incagliata al passato, cioè a quella partita contro la Juventus che non gli è andata davvero giù.
“Abbiamo fatto una buona gara, ma dobbiamo imparare a gestire meglio le partite in superiorità numerica e non dobbiamo perdere la palla troppo facilmente. Meglio continuare a giocare senza avere fretta e pressare alti per mettere in difficoltà l’avversario. Comunque adesso occorre guardare avanti e lavorare per la prossima partita perché è importante. Pensiamo all’Udinese“.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini