Se Smalling non va dalla Roma, la Roma va da Smalling. Guido Fienga è partito ieri mattina, accompagnato dal direttore generale Manolo Zubiria, imbarcandosi su un volo con destinazione Londra, ed è rientrato già in serata. L’appuntamento era con il Manchester United per sbloccare la trattativa più difficile dell’estate. Il responso è stato incoraggiante, quasi definitivo. Ci siamo. Oggi l’intermediario Pajac, che da mesi fa invano la navetta tra i due club per metterli d’accordo, è atteso a Roma per chiudere.
Fienga, che può regolarmente operare come Ceo fino a lunedì dal momento che la sua inibizione è sospesa fino al termine del mercato, ha quasi convinto la controparte Ed Woodward a cedere Smalling a cifre sostenibili: l’ultima offerta raggiungerà i 15 milioni compresi i bonus facili. E’ stato meno facile spingere il Man United al di sotto della richiesta iniziale, 20 milioni senza ghirigori. Ma il fatto che Fienga si sia mosso – e sia tornato molto ottimista – è un segno decisivo. Tra l’altro, la Roma ha praticamente mollato tutte le altre opzioni di riserva.
Con Smalling, che ha già un accordo per un contratto di quattro anni a 3 milioni netti a stagione, non ci sarà molto altro da aggiungere. Ormai è improbabile che possa giocare sabato a Udine, dove un anno fa aveva segnato, ma il suo acquisto servirà rinforzare le certezze di Fonseca che sul tema si era espresso a chiarissime lettere («Voglio Chris qui»). Smalling di fatto non gioca da due mesi, per la precisione dall’ultima giornata dello scorso campionato contro la Juve, ma si è sempre allenato con grande impegno nel centro sportivo di Carrington per non perdere la condizione atletica. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida