Antonio Ruediger ieri s’è perso la festa del Tre Fontane. Era in Germania per il matrimonio del fratello. Ma i compagni gli avranno raccontato per bene il pomeriggio di sole, cori e sorrisi che è stato, tra calzini giallorossi dedicati a Nainggolan e Strootman e neri per Lulic.
Re del web ancor prima che padrone della difesa, questo è stato il lunedì virtuale di Ruediger. Grazie agli hashtag «CalzetToni» e «Stoccardocosì» lanciati da Rete Sport e Forzaroma.info – divenuti in fretta tendenza –, tifosi e sportivi di tutta Italia (dall’olimpionico Gregorio Paltrinieri in giù) hanno infatti scherzato e solidarizzato col difensore della Roma, che ovviamente è stato coccolato anche dai compagni di squadra, che già in passato gli avevano fatto scudo contro ogni forma di razzismo.
Intanto dal rientro da titolare in campo di Ruediger la retroguardia giallorossa è lievitata esponenzialmente nel rendimento. Non è un caso, perciò, che nelle ultime cinque partite di campionato per tre volte Szczesny sia rimasto imbattuto (Empoli, Bologna e Lazio), con il tedesco la media dei gol subiti a partita è di 0,8, senza 1,2.
Nella costruzione di un’altra Roma, quella dei sogni, quella che sa essere pratica quando non è proprio possibile indossare l’abito da sera, Luciano Spalletti un posto fisso l’ha riservato a questo tedesco che non è mica una sorpresa. Ai tempi di Stoccarda aveva già fatto parlare di sé tra gli scout di mezza Europa. Era stato inserito tra i migliori prospetti del ruolo del continente. La Roma ci ha creduto fino in fondo e ora è un po’ come godersi un assegno in banca.
Ruediger con la Lazio è stato l’elastico perfetto: difensore centrale con il pallone tra i piedi giallorossi, largo a destra quando la palla era degli altri. Keita è sparito, spariti i pericoli di una squadra che s’è piacevolmente scoperta d’acciaio davanti a Szczesny.