Dzeko visto da vicino. Questo è «Edin», il documentario prodotto da Roma Studio e dedicato alla vita e alla carriera dell’attaccante della Roma, premiato ieri con la «Guirlande d’Honneur» al 38° International FICTS Fest. Il massimo riconoscimento nella categoria «Movies&Tv Football- Future», un mini oscar del cinema sportivo.
La prima immagine è quella di un Dzeko bambino, immerso tra gli amici di Sarajevo con una sciarpa giallorossa al collo. «Ero un ragazzino, tante cose non me le ricordavo – ricorda Edin –. Poi ho visto quella foto e ho detto: guarda, sono romanista da sempre, non solo dal 2015». Immagini commoventi, che lasciano però subito spazio a quelle strazianti della guerra dei Balcani.
«Mio padre giocava a calcio, andavo a vederlo e lì è nato il mio amore per il calcio – racconta il centravanti bosniaco –. Da piccolo giocavo sempre davanti casa con i cugini, poi è iniziata la guerra e ci siamo dovuti spostare. Giocavamo in giardino, ma quando arrivava l’allarme mamma ci portava subito dentro casa. Avevo capito cosa stava succedendo, ma ero un bimbo, volevo continuare a giocare. E poi avevo paura per i miei genitori, che dovevano uscire per lavorare e fare la spesa. Poi siamo andati ad abitare verso il centro: in 35 metri quadrati eravamo in 15».
Poi la Roma: «Sabatini è venuto a trovarmi in Croazia, in estate, e mi ha detto: “Io senza di te non torno a Roma” ». Ed infatti non tornò solo, con 4 mila persone ad aspettare Dzeko a Fiumicino. «Una cosa incredibile, che non avrei mai pensato di poter vivere ».
Quindi il percorso coni vari allenatori: «Spalletti era molto esigente, voleva tutti i palloni in verticale per il centravanti. Con Di Francesco è andata bene in Champions, se abbiamo battuto il Barcellona molto del merito è suo. Il gol al Chelsea? Il più bello di sempre, ma non mi ricordate la partita di Liverpool, l’abbiamo buttata». Infine Fonseca: «Non ho mai avuto problemi con gli allenatori, do sempre il cento per cento e a fine mercato sono sempre qui, Lui mi diceva: “Devi restare, il mio gioco è perfetto per te”».
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese