Tre procedimenti conclusi, uno ancora in bilico. A quattro mesi di distanza si è chiusa definitivamente la vicenda giudiziaria nata dopo Napoli-Roma del 5 luglio, che già aveva portato all’inibizione di Fienga. Il Napoli e Giuntoli hanno deciso di patteggiare con la Procura Federale (pagheranno una piccola sanzione) per il procedimento che riguardava gli insulti, conditi da bestemmie, rivolti dal ds a numerosi dirigenti giallorossi. È stato poi archiviato il simile caso relativo al mancato rispetto del distanziamento in panchina nella sfida tra Roma e Fiorentina: dopo quella gara non sono emersi nuovi contagi.
A Trigoria hanno infine scelto di patteggiare una pena pecuniaria per i tamponi non effettuati all’Olimpico il 22 giugno, giorno in cui la squadra di Fonseca si è allenata al Foro Italico, ma chi doveva svolgere i test non venne fatto entrare allo stadio. Resta ancora in divenire la situazione del 3-0 a tavolino a favore del Verona. La decisione di un eventuale ricorso al Collegio di Garanzia del Coni è in mano a Friedkin, più che irritato per quanto accaduto.
Il presidente non ha ancora sciolto le riserve: c’è tempo fino a venerdì, poi scadranno i termini per l’avvocato Conte per presentare le carte. Lo stesso legale lunedì ha accompagnato Fienga all’incontro con il procuratore federale Chiné: l’ad ha esposto il protocollo anti-Covid che viene adottato quotidianamente dalla Roma e ha consegnato una relazione di 30 pagine. La speranza del club è che possa servire a rendere meno frequenti i controlli degli ispettori a Trigoria.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora