Edin Dzeko scala la classifica dei marcatori giallorossi di tutti i tempi e davanti ormai ha due totem della storia della Roma: Francesco Totti e Roberto Pruzzo. Il centravanti ha superato grandi attaccanti in questi cinque anni di permanenza in maglia giallorossa. Intanto è lo straniero che ha segnato di più e oggi ha anche la possibilità di insidiare Pruzzo, che ha 27 gol di vantaggio, a quota 138.
Il Bomber è stato il centravanti della Roma del secondo scudetto, ha vestito la maglia giallorossa per dieci anni, dal 1978 al 1988. È stato anche dirigente della società, ha fatto scouting per qualche anno. Oggi è opinionista di successo. Pruzzo ha vissuto un’epoca diversa, un calcio diverso. Era il calcio di Paolo Rossi, scomparso nei giorni scorsi, che fu preferito da Bearzot a Pruzzo, in queli anni capocannoniere.
Pruzzo, Dzeko si avvicina…. «Cosa possiamo aggiungere su di lui? Ogni tanto se la prende comoda, ma è un centravanti completo, uno che può fare la differenza, perchè oltre ai gol è anche capace di fare altro. Non è solo un goleador, è forte per come interpreta il ruolo e aiuta la squadra».
Può essere considerato un regista offensivo? «Non direi, resta un grande centravanti. È un riferimento per i compagni, è chiaro che giocando con uno come lui bisogna preparare la squadra in un certo modo».
Che centravanti è Dzeko? «Atipico, diverso, per esempio, da Zapata, che è un centravanti tradizionale che fa salire la squadra. Dzeko è un giocatore completo, diverso anche da Morata, più specifi co come uomo d’area. Dzeko ha le qualità tecniche per essere un attaccante completo».
Il limite di Dzeko è quello di sbagliare tanti gol, oltre a farli. Se fosse stato più freddo in area di rigore avrebbe fatto una carriera diversa? «Non saprei dirlo. Non ho seguito molto il suo percorso all’estero, però ha fatto tanti gol e ha vinto in Germania e in Inghilterra. Ha segnato ovunque. Le sue qualità tecniche non si discutono, ogni giocatore ha la sua storia. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, a Dzeko a volte sembra che manchi la voglia di spaccare tutto, si rilassa un po’, pare che smarrisca quella cattiveria sotto porta tipica di un bomber». (…)
Lei è stato un grande colpitore di testa, probabilmente il più forte della sua generazione. Anche Dzeko può essere considerato uno specialista del gioco aereo? «Credo che nel gioco aereo dentro l’area io sia stato inavvicinabile. Anche lui ha fatto tanti gol di testa, ma non con la stessa intensità». (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport