Questa mattina i Presidenti di Coni, Figc e Lega Serie A hanno inviato una lettera al Presidente Conte e ai Ministri Gualtieri, Spadafora e Franceschini nella quale si evidenzia il difficile momento che sta vivendo il calcio italiano e lo stato di arretratezza delle infrastrutture sportive del nostro Paese rispetto al contesto europeo. La comunicazione al Presidente Conte è stata accompagnata dal Rapporto Monitor Deloitte (disponibile QUI) che propone le azioni ritenute fondamentali per avviare le necessarie opere di rinnovamento degli stadi in Italia, senza che vi sia alcuna richiesta di fondi per questi interventi, che invece servono proprio per ridurre le barriere agli investimenti privati.
Illustrissimo Presidente, Illustrissimi Ministri,
la terribile situazione che sta affrontando il mondo intero ci porta a condividere una necessaria riflessione sul futuro del calcio italiano, colpito e messo a dura prova, come qualsiasi altro settore industriale, dall’epidemia causata dal Covid-19. Stiamo attraversando una fase difficile per il sistema sportivo italiano, nella quale le misure urgenti prese dal Governo per contenere la diffusione del virus ci costringono a disputare le manifestazioni senza spettatori, ma al tempo stesso dobbiamo guardare e sperare in un futuro migliore, cercando di essere pronti per quando torneremo a vivere in condizioni di normalità.
Per quel periodo, che tutti ci auguriamo sia il più vicino possibile, il mondo dello sport, e del calcio in particolare, potrà riavere i propri impianti aperti ai tifosi e agli appassionati. Dobbiamo però evidenziare e denunciare lo stato obsoleto e carente delle infrastrutture sportive del nostro Paese, imparagonabili rispetto agli stadi presenti in Europa. Il confronto con il contesto europeo è impietoso, l’Italia si pone alle spalle di Inghilterra, Germania e Spagna in termini di ricavi medi da gare, spettatori, modernità degli impianti, numero di nuovi stadi costruiti negli ultimi vent’anni.
Le case per i nostri tifosi non sono più accoglienti, necessitano di un rinnovamento profondo non più procrastinabile e richiesto a gran voce da molte Società, fermate da una burocrazia che impedisce loro di investire e rinnovare, anche a beneficio dell’intero sistema sportivo italiano. I tempi medi per ottenere l’autorizzazione ad erigere un nuovo impianto in Italia variano tra gli 8-10 anni, dato sensibilmente superiore rispetto al benchmark europeo che si attesta a 2-3 anni.
Una nuova generazione di stadi porterebbe vantaggi immediati in termini occupazionali, una riqualificazione delle aree urbane interessate, nuove fonti di ricavo, entrate fiscali extra per lo Stato, un aumento della sicurezza con conseguente diminuzione degli episodi di violenza e una generale ricaduta positiva di immagine per lo sport italiano, come evidenziato dal Rapporto Monitor Deloitte che alleghiamo. I virtuosi esempi esteri, frutto di 11 miliardi di euro di investimenti negli ultimi vent’anni, mettono a nudo le criticità del nostro sistema che non riesce a mantenersi al pari dei propri competitors.
In Italia il DL Semplificazione è intervenuto per agevolare la ristrutturazione degli impianti sportivi, ma permane un iter autorizzativo complesso e con troppi Enti Pubblici coinvolti, che rendono di fatto impossibile avviare i necessari processi di ammodernamento o costruzione di stadi di nuova generazione, come evidenziato dalle difficoltà che stanno incontrando alcune Società di calcio.
Il rinnovamento degli stadi in Italia potrà comportare investimenti fino a 4,5 miliardi di euro per i prossimi 10 anni, con la creazione di 25 mila nuovi posti di lavoro e un gettito fiscale di 3,1 miliardi di euro che favoriranno l’economia reale.
Non possiamo più aspettare, chiediamo al Governo l’apertura di un tavolo di lavoro dedicato e un’azione concreta e immediata per far ripartire il nostro sistema, non perdiamo altro tempo.
Non richiediamo fondi in questo drammatico momento dettato dal Covid-19, ma una serie di interventi mirati, volti a semplificare l’iter autorizzativo per la costruzione e l’ammodernamento degli impianti, in modo tale da ridurre le barriere presenti agli investimenti privati che mettono a grande rischio i possibili benefici sopra riportati.
In particolare, riteniamo necessario attivare tempestivamente un confronto volto a rivedere
strutturalmente:
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FONTE: Lega Serie A, CONI, FIGC