L’assolutezza, la voglia di sognare. Non è forse questo che ci da il calcio? Il privilegio di tornare a vedere le cose con gli occhi di un adolescente. Ecco perché, nel giorno del 44esimo compleanno del Cucs sembrano tutti ragazzi poco più che maggiorenni. Giovani stretti in maglie di poliestere dai colori sgargianti sotto giubbotti jeans chiusi al collo da una sciarpa gialla e rossa.
Un altro paese, un’altra Roma, un altro calcio. Il cuore del Commando non batteva per un calciatore o un capitano: ma per una maglia, una squadra, un’idea. Il Cucs è stato il contrario del tifoso alla “mai una gioia”. Ecco allora cosa forse definisce una storia d’amore: qualunque cosa accada, gli amanti giurano fra loro di rimanersi vicini.
Nei molti anni che sono passati ci è capitato tante volte di incontrarvi in giro per la città. Vorrei dirvi quanto quei gesti abbiano contato per Marisa, Gianmarco e per me. Siete stati sempre vicini al cuore di Ago. Non lo avete mai dimenticato, anche quando se ne parlava con fastidio. E’ grazie a voi se oggi migliaia di giovani giallorossi crescono sapendo che essere tifosi della Roma significa abbracciare qualcosa in più. La Roma vale sempre la pena di essere vissuta. E questa vostra lezione noi non lo dimenticheremo mai.
FONTE: La Repubblica – L. Di Bartolomei