«La palla va coccolata sempre»: parola di Gonzalo Villar. Anche al 91′, di fronte alla seconda in classifica e con il risultato in bilico. Quanto scritto dal ventiduenne di Murcia a corredo del video che lo ritrae mentre danza col pallone tra i piedi evitando la pressione di Lukaku e Brozovic è il manifesto del “Villarismo”: mai buttare via il pallone, mai affrettare la giocata, mantenere sempre la calma. «Ci vuole calma e sangue freddo», recitava una canzone di qualche anno fa: Gonzalo ne ha da vendere, nonostante la giovane età.
Deve ancora compiere ventitré anni, ma gioca con la sicurezza di un veterano: ordinato, pulito, elegante nei movimenti e nel toccare il pallone, Villar non ha paura però di contrastare l’avversario. Lo ha dimostrato sfidando Vidal, ma anche il gigante Lukaku nel primo tempo: può sembrare un fuscello, ma non è così; non disdegna il gioco fisico e non tira mai indietro la gamba per timore di farsi male. Un calciatore fatto e finito, ma che – sia chiaro – può e deve ancora migliorare: velocizzando alcune giocate (soprattutto quando si tratta di andare in verticale) e dando ritmo alla manovra.
Del resto, la costruzione dell’azione da parte della Roma passa sempre (o quasi) dai suoi piedi: i compagni lo cercano, a conferma del fatto che le sue doti di gestione e “pulizia” dei palloni non è passata inosservata; i difensori, in particolare, sanno di poter contare sul suo appoggio. Spalle alla porta avversaria, nella metà campo giallorossa Gonzalo è il tessitore, garantendo la qualità di fraseggio che, comprensibilmente, chi fa il difensore centrale di ruolo non può avere. Smalling, Mancini, Ibanez o chi per loro si affida ciecamente al ragazzo ex Elche, che negli ultimi due mesi ha scalato le gerarchie di Paulo Fonseca ed è diventato un titolare inamovibile.
Dal 6 dicembre in poi, in campionato non ha giocato da titolare soltanto la sfida contro l’Atalanta: sette gare delle ultime otto dal primo minuto, nelle quali la Roma ha raccolto cinque vittorie e tre pareggi. Sembra essere anche un amuleto, Villar: quando il tecnico portoghese lo ha inserito nell’undici titolare, i giallorossi finora non hanno mai perso; sono ammessi gli scongiuri, ma il salto di qualità che il classe ’98 ha garantito al gioco della squadra da quando viene schierato con continuità è innegabile
Sempre tenendo presente che, un anno fa, Gianluca Petrachi era andato a prelevarlo dalla Serie B spagnola. Gonzalo ha aspettato il suo momento, allenandosi con impegno e in silenzio, consapevole che le sue qualità l’avrebbero prima o poi fatto emergere. Così è stato, per fortuna sua e della Roma, che ora si coccola il talento numero 14.
I numeri (…)
FONTE: Il Romanista – L. Latini