Tre giorni, quanto è durata la grande paura. Terminata esattamente ieri verso le 13.45, quando è stata resa pubblica la sentenza della Corte Sportiva d’Appello Nazionale della Figc. Kevin Strootman ci sarà. Sia con il Milan sia con la Juventus, le due sfide per la Roma dal profumo di scudetto. La squalifica per due giornate inflitta dal giudice sportivo Gerardo Mastrandrea per «l’evidente simulazione che determina l’espulsione di un calciatore avversario» nel derby è stata infatti revocata con la sentenza della Corte, che ha accolto il ricorso d’urgenza presentato dalla Roma martedì scorso. Una vittoria morale e sostanziale della Roma, che ha sempre creduto nella possibilità di poter smontare il primo dispositivo. «È stato un grande lavoro di Baldissoni e di Gandini», dice felice il presidente James Pallotta.
LA DECISIONE – Strootman ha voluto essere al dibattimento, insieme con il d.g. Mauro Baldissoni e l’avvocato Conte. Un po’ perché ci era rimasto male, un po’ perché voleva avvalorare la tesi della mancata simulazione. Così alle 10 si sono presentati tutti e tre davanti alla Corte, per lasciarla circa un’ora dopo. La Roma eccepiva sostanzialmente due cose: l’inapplicabilità della prova televisiva (visto che Alessandro Costanzo, il quarto arbitro, aveva visto tutto, avendo lui stesso diviso Cataldi e Strooman) per l’applicazione dell’art. 35.1.3. del codice di giustizia sportiva e la mancanza di una condotta simulatoria da parte dell’olandese.
Alla fine la Corte ha deciso di accogliere il reclamo per la questione del contatto. «La norma federale pretende che la simulazione abbia il carattere dell’evidenza, nel senso che la condotta simulatoria del calciatore non sia stata, in alcun modo, determinata dal comportamento di un avversario — si legge nelle motivazioni del dispositivo di accoglimento — In questo caso, invece, non può escludersi che sulla caduta di Strootman abbia inciso la trattenuta di maglia di Cataldi, comportamento valutato come uno dei presupposti per la sua espulsione». Insomma, impossibile stabilire se Strootman sia caduto per la strattonata o per aver simulato, essendoci stato un contatto evidente e «non potendo la Corte entrare nel merito della sussistenza del rapporto tra causa ed effetto in un effetto simulatorio». La tesi difensiva della Roma, infatti, verteva sul fatto che fosse di fatto impossibile valutare l’entità della forza del contatto, essendoci anche immagini e fotografie che testimoniano come la maglia dell’olandese si sia allungata di ben 35 centimetri.
LE REAZIONI – A Trigoria c’è ovviamente felicità, per una sentenza considerata giusta e che evita un allargamento eccessivo del campo delle ipotesi. Il d.g. Mauro Baldissoni, in mattinata, rispondendo a Marotta aveva detto: «Ha detto delle cose giuste, sono un tifoso della Roma e Gandini è serio e competente, tanto che ci confrontiamo tutti i giorni. Pensavo che Marotta lo sapesse. E lui sa anche che motivazioni discutibili come quelle alla base della squalifica di Strootman non possono passare, è interesse di tutti mantenere la certezza del diritto». È lo stesso pensiero post-sentenza: c’è soddisfazione per aver riavuto il giocatore, ma anche per aver evitato un precedente pericoloso.
CORSI E RICORSI – La mancanza del nesso causa-effetto riporta alla mente il caso della squalifica di Zalayeta del 2007, inflitta per una simulazione in occasione di un rigore concesso al Napoli contro la Juve e poi cancellata per il contatto precedente tra l’uruguaiano e Legrottaglie, le cui entità della trattenuta non poteva essere valutata. Tra l’altro, ci sono anche dei punti di contatto tra le due situazioni, visto che il presidente del collegio giudicante (Lorenzo Attolico) che ieri ha riabilitato Strootman all’epoca era membro della Corte di Giustizia Federale che deliberò su Zalayeta. Altre curiosità? Il presidente di quella corte era proprio Mastrandrea, l’attuale giudice sportivo che ha inflitto la squalifica a Strootman. A distanza di quasi dieci anni, due valutazioni sostanzialmente opposte. Anche se poi tutto questo alla Roma interessa poco. Conta che Strootman sia ancora lì.