Il Milan non è ancora cinese ma Umberto Gandini è già molto romano: «Ho preso casa in centro, per vivere meglio questa meravigliosa città». Per adesso, può farlo senza provocare problemi di ordine pubblico: «Non sono ancora così riconoscibile dai tifosi» scherza il nuovo amministratore delegato, che domani assaggerà l’emozione di un ritorno al passato. Non un passato qualunque, poi: del Milan di Berlusconi è stato un pezzo di storia. «Non potrei cancellare in un minuto 23 anni di lavoro – ammette serenamente ai microfoni di Roma Tv – perché il Milan è la società che mi ha dato tutto. Devo solo essergli grato. Ma non vivrò un’attesa particolare. Questa partita mi interessa soprattutto perché è molto importante per la classifica: quando si parla di sfidante ufficiale della Juventus, beh, l’occasione è davvero fondamentale per entrambe. Spero che il risultato ci aiuti a crescere ancora come squadra».
SUPERIORITA’ – Ha fiducia, Gandini, anche conoscendo bene l’avversario che ha visto nascere in estate, dai giorni della scelta di Montella: «Sarà nostra la responsabilità di fare la partita e ce la prenderemo, perché non credo che il Milan ci sfiderà a viso aperto. Piuttosto cercherà di sfruttare le proprie caratteristiche di ripartenza a tutta velocità. Lo considero un giusto ostacolo nel nostro percorso verso l’eccellenza». Che poi è Juventus- Roma di sabato prossimo: «Ecco, appunto».
POLEMICHE – Dopo il caso Strootman, Gandini non intende rinfocolare il dibattito: «Siamo molto contenti che la Corte ci abbia dato ragione, è stata fatta giustizia perché la prova televisiva in quella situazione era fuori luogo. Marotta? Ha detto tutto giusto quando parlava di Mauro Baldissoni come un tifoso della Roma. Su una cosa però si è sbagliato: io e Baldissoni abbiamo un rapporto eccellente e ci confrontiamo tutti i giorni». Fine della querelle.
SUPERLEGA – Interessante la disamina che riguarda le prospettive del calcio italiano come prodotto. Gandini, che nel Milan curava proprio i rapporti internazionali, si è speso molto per la riforma della Champions League che dal 2017/18 garantirà quattro posti alle quattro nazioni meglio piazzate nel ranking senza neppure passare per i turni preliminari: «E’ stato un lavoro lungo che ha permesso di ristabilire un principio di competitività. Era assurdo che diverse squadre spagnole, italiane, inglese o tedesche rimanessero fuori dalla fase a gironi. Più in generale, i risultati di politica sportiva ottenuti dall’Italia nell’ultimo triennio sono stati spettacolari. Abbiamo riconquistato credibilità nel panorama internazionale come dimostra l’assegnazione dell’Europeo Under 21 del 2019». L’obiettivo adesso unisce tutti i grandi club: «La Serie A deve tornare un punto di arrivo per i calciatori, non di passaggio, come ai tempi di Maradona, Zico, Falcao o Batistuta. E come ho già detto al presidente, mi batterò per questo. In Lega ne stiamo discutendo: dev’esserci la volontà di perseguire un traguardo comune a costo di sacrificare qualcosa negli interessi personali».
APPELLO – La chiusura è un messaggio ai tifosi, a cui Gandini chiede ufficialmente di riempire l’Olimpico domani: «In questo momento è difficile trovare di meglio di una partita come Roma-Milan. In passato ho conosciuto da avversario la passione dei tifosi romanisti: giocare qui era come entrare in un fortino composto di aggregazione, gioia e condivisione. Deve tornare così, la gente deve tornare allo stadio a sostenerci come ha fatto lunedì durante l’allenamento al Tre Fontane». Il popolo ha già dato una risposta: sono attesi oltre 40.000 spettatori.