Il contratto è pronto, ma la firma ancora non arriva. Sono già un paio di settimane che l’accordo contrattuale della Roma con Mkhitaryan si è prolungato in automatico per una stagione. Ma l’armeno, sarebbe meglio dire il suo procuratore Mino Raiola, non ha ancora detto sì. Il prolungamento è messo nero su bianco sul contratto, ma diventa effettivo solo con il consenso del giocatore. Clausola che quel furbacchione di Raiola, un anno fa volle inserire dopo che era riuscito a portare il giocatore a costo zero, svincolato dall’Arsenal. Se ci pensiamo un autentico affare per la Roma. E, sempre quel furbacchione di Raiola, ora vuole che l’affare lo faccia pure lui.
Il campione armeno nel solo girone d’andata ha raggiunto tutti i numeri necessari per far scattare l’automatismo del rinnovo: venticinque presenze e un minimo di quindici tra gol e assists che, oltretutto, gli hanno garantito un guadagno di mezzo milione. L’accordo per lo stipendio netto del giocatore, infatti, lo scorso anno fu trovato sulla base di tre milioni di fisso più, appunto, mezzo milione di bonus legato al numero dei gol e degli assist. Nel caso di Mkhitaryan, però, per conoscere il lordo non si deve fare per due. La società, in base al decreto rilancio, ingaggiando un lavoratore arrivato dall’estero e che rimane in Italia almeno per due anni, può usufruire di una fiscalizzazione dimezzata, cosa che nel caso dell’armeno fa salire il totale a meno di cinque milioni (quanto costa Fazio, per dire). Questo tipo di vantaggi fiscali la Roma li può sfruttare, per esempio, anche per Smalling e Pedro.
Ma torniamo all’armeno. Il giocatore, in una recente intervista, ha detto chiaramente di essere felice a Roma e nella Roma, facendo capire che la sua idea è quella di continuare a giocare con la maglia giallorossa. E allora perché non firma? Perché Raiola che uno potrà pure pensare che ha mille difetti ma che sa fare il procuratore come pochi altri, al giocatore ha detto che non c’è motivo di affrettare la firma, il contratto con la Roma è pronto, si può pure aspettare.
Perché Raiola ha consigliato di prendere tempo? La prima risposta naturale che viene è che Mkhitaryan in questo momento è un giocatore a parametro zero. E visto come sta giocando in questa stagione, tra i migliori in assoluto nel nostro campionato, il procuratore italo-olandese con residenza nel Principato di Monaco, vuole capire se c’è magari qualche altra società che si possa presentare offrendo un contratto per l’armeno (e pure per lui leggasi commissioni) migliore di quello che ha già garantito con la Roma. È il suo mestiere, nulla da obiettare. Il secondo motivo è che, sempre Raiola, potrebbe voler aspettare un rilancio della società giallorossa. Non tanto sul totale netto l’anno, quanto sugli anni del prossimo contratto. Il terzo è una questione legata alle commissioni.
La Roma, come ha scritto in un recente comunicato, ha un debito di quindici milioni per il cash ai procuratori e tra questi di sicuro c’è anche Raiola. Che, quindi, dovrebbe vantare un credito. E allora tu pagare commissioni, io far firmare l’armeno. Il quarto è che quando ci si deve confrontare con un procuratore che nella sua scuderia può vantare decine di giocatori (nella Roma ha Calafiori e Kluivert), si può immaginare che per dare il via libera alla fumata bianca per Mkhitaryan, voglia inserire nel totale anche la movimentazione di qualche altro giocatore (ricordate Emanuelson?). Esempio: Raiola ha preso la procura anche del portiere del Verona Silvestri, giocatore seguito dalla Roma. E allora io do una cosa a te, Mkhitaryan, tu dai una cosa a me, Silvestri. (…)
FONTE: Il Romanista – P. Torri