Ha compiuto sessant’anni il 9 febbraio e si trova in attesa di un progetto per ripartire dopo i miracoli come ds in Friuli. Manuel Gerolin è il doppio ex iconico della sfida di domenica tra Roma e Udinese. Un simbolo amato dai tifosi nell’era d’oro dei due club tra il 1980 e il 1990
Roma-Udinese per Gerolin è il derby del cuore? «Ho diviso la mia carriera al 50%. A Udine ho segnato un gol salvezza al 94′ che ha permesso di arrivare a Zico. A Roma ho vissuto anni magnifici al fianco di campioni unici».
Con cui ha quasi vinto uno scudetto nel 1985… «Quella di Eriksson era una squadra spettacolare, moderna poi siamo caduti contro l’ultima in classifica (il Lecce, ndr). Un episodio strano che ancora fa male, nel calcio a volte succede».
Roma-Udinese che partita sarà? «Difficile per la Roma che arriva a un bivio. Affronterà una squadra più forte di quello che dice la classifica. Soprattutto davanti dove ha gente come De Paul o Deolofeu».
Fonseca è criticato nonostante il quarto posto. Come mai? «I posti in Champions sono 4 e ci sono 7 squadre in corsa, chi resta fuori sarà criticato ma quello che sta facendo oggi è un ottimo percorso. Esprime un buon calcio e sta facendo crescere dei giovani interessanti».
Con le big però va male… «Ma non è un problema di personalità. Anzi secondo me Fonseca ne ha pure troppa».
Si riferisce al caso Dzeko? «Deve mettere a posto la questione. Finché Dzeko veste questa maglia è una risorsa tecnica fondamentale e non si può fare a meno di lui perché ci perderebbero tutti».
A Udine ha portato gente del calibro di Muriel, Cuadrado, Sanchez. Ora prevalgono i software; quanto conta lo scouting? «E’ l’unica via di un calcio in crisi. È decisivo il contatto umano. La tecnologia non basta».
E se la chiamasse la Roma? «Magari, sono libero».
FONTE: Leggo – F. Balzani