La presenza dei tifosi allo stadio è ancora lontana dal tornare ad essere un’ipotesi concreta, così come ancora lontano appare un ritorno alla normalità. E poi chiaramente andrà compreso quale sarà la nuova “normalità”. Tutto questo per dire come a Trigoria si voglia valutare bene ogni possibile scenario prima di prendere una decisione definitiva sullo stadio. Chiariamo un punto: ad oggi Tor di Valle resta ancora, se non più l’unica, la migliore area possibile. Quello che va seriamente rivalutato è il progetto complessivo dell’opera, con annesse opere di urbanizzazione.
La nuova proprietà vuole capire se e quanto serva un business park (si fa sempre più forte un orientamento contrario), se e quanto serva l’area commerciale, se e quanto serva uno stadio da 55.000 posti. La legge oggi permette di evitare alcuni passaggi burocratici che invece il progetto attuale ha dovuto affrontare. Soprattutto la Conferenza preliminare.
Oggi basta uno studio di fattibilità ben fatto per poter sperare di andare direttamente in aula con la delibera di pubblico interesse. In questi giorni si sta valutando se questi passaggi possano essere risolti con una novazione della delibera attuale, come accaduto nel 2017 con la rivisitazione del progetto targato Ignazio Marino ad opera dell’attuale maggioranza. Se questo dovesse risultare realisticamente fattibile, diverrebbe concreta la possibilità di un ripensamento drastico del progetto.
Convinzione che va maturando non solo a Viale Tolstoj, ma anche negli uffici della CPI Property Group. Radovan Vitek non ha ancora perfezionato l’acquisto di Eurnova e dei terreni di Tor di Valle. La nuova scadenza è stata spostata a marzo, entro la fine del mese. Questo per permettere all’immobiliarista ceco di sondare ogni soluzione alternativa allo stadio per l’area. È noto come Vitek non sia affatto convinto della realizzazione degli uffici del business park, e come in realtà il suo core business sia quello delle aree commerciali.
Si tenterà anche in questo caso di rimettere in discussione il progetto, anche se dal Campidoglio filtra come su questo punto i margini si operatività siano a dir poco scarsi. Margini che però andrebbero rivisti in caso di un cambio di maggioranza alle prossime elezioni (in primavera). Per questo sia la Roma che Vitek attenderanno di conoscere il nome del prossimo inquilino del Campidoglio prima di prendere decisioni.
FONTE: Il Romanista – A. De Angelis