Massimo risultato, minimo sforzo. La Roma all’Olimpico vince ancora (tredicesimo successo stagionale in casa), stende il pur buon Genoa di Ballardini, scala un altro pezzetto di classifica e torna quarta aspettando il posticipo di questa sera tra l’Inter capolista e l’Atalanta. Decide tutto il colpo di testa di Mancini dopo ventiquattro minuti di gioco: stacco imperiale che concretizza la supremazia giallorossa mai in discussione nell’arco dell’intera partita. Già, perché per quello che si è visto in campo, l’1-0 finale va un po’ stretto a Fonseca che ha però giocato al risparmio tra infermeria e turn-over.
Il tecnico, che dovrà fare a meno di Veretout per oltre un mese e che non ha ancora a disposizione Dzeko e Ibanez, con Kumbulla squalificato, rinuncia anche a Villar, Spinazzola e Miki. Continua con Cristante difensore e mette Smalling al centro per bloccare le sortite offensive di Destro.
E la cosa funziona, alla faccia della condizione non ancora ottimale dell’inglese, che ha cancellato dal campo l’attaccante che è risultato comunque essere il migliore dei tre ex giallorossi schierati ieri mattina all’Olimpico, più Scamacca entrato nel finale. Strootman ha giocato forse la peggior gara da quando è tornato in Italia (fin qui non aveva fatto per niente male) forse condizionato proprio dall’emozione di rivedere l’Olimpico e Zappacosta dalla sua parte non ha mai spinto come avrebbe dovuto.
I cambi dopo un’ora di gioco hanno svelato, qualora qualcuno avesse ancora dei dubbi, quanto ha giocato al risparmio Fonseca. Esce Diawara ed entra Villar che dopo qualche minuti colpirà un palo al termine dell’ennesima ottima giocata della giornata, poi cambio tra ex Barça Carles Perez-Pedro e minuti finali per Spinazzola e Fazio che hanno portato la barca in porto non senza qualche apprensione finale. Sì, perché anche stavolta, volendo cercare proprio il pelo nell’uovo, la Roma ha faticato a chiudere una gara dominata e mettere al sicuro il risultato rimasto invece aperto fino ai tre fischi di Fabbri.
Ma per battere il Genoa che viaggia comodamente adagiato a metà della colonna di destra della classifica, è bastata la Roma 2, cosa che ha consentito al tecnico di pensare al prossimo impegno europeo in programma giovedì, sempre all’Olimpico, contro un’altra delle sue ex squadre: lo Shakhtar Donetsk (tre anni lì per Fonseca), gara di andata degli ottavi di finale di Europa League (ritorno il 18 in Ucraina). Parentesi europea prima della trasferta a Parma in programma domenica prossima con la Roma impegnata al Tardini alle 15. Altra gara che i giallorossi non possono sbagliare prima della sfida al Napoli.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini