Ci sono posti nella vita che sogni fin da piccolo di occupare. Posti che quando hai conquistato hanno persino suscitato entusiasmo in giro. Poi a un certo punto arriva qualcuno a chiederti se, insomma, era un tuo diritto essere lì o se per caso ti sei seduto dove doveva stare qualcun altro, approfittando della confusione, del fatto che era momentaneamente libero.
Più o meno è quello che sta successo a Borja Mayoral, buon giocatore e ottimo ragazzo, arrivato in prestito alla Roma con un passato di sogni al Real Madrid e destinato al ruolo di riserva. Ruolo peraltro interpretato dignitosamente, all’ombra di un Dzeko monumento da scalare per tutti i suoi predecessori.
Ma quando c’è stato da fare il grande salto per il giovane centravanti è arrivato un momento difficile, che solo pochi superano. Quello in cui non bastano più l’impegno, la dedizione, il saper fare benino un po’ tutto ma nulla con genio. Guardarsi dentro ed essere pronti a dare e ricevere tutte le risposte, belle o brutte che siano. Serenamente. Perché nulla è scontato, mai: ad maiora, Mayoral.
FONTE: Il Corriere della Sera – P. Di Caro