Adesso c’è solo la Roma dietro alla Juve, da affrontare sabato allo Stadium per riaprire la corsa scudetto. La capolista ha sempre 4 punti di vantaggio, ma non può sentirsi al sicuro. Nainggolan stende il Milan che perde, nella stessa notte, lo scontro diretto dell’Olimpico e anche il 2° posto. Spalletti, festeggiando la sua vittoria numero 150 sulla panchina giallorossa, certifica il ruolo della sua squadra che resta l’unica rivale dei campioni d’Italia e che, con il 12° successo interno di fila in campionato, conferma che proprio in casa questo gruppo sta dando sostanza all’inseguimento. Con prestazioni da Grande. Cioè mostrando equilibrio e compattezza. E riuscendo a colpire quando deve e a vincere, se serve, di misura, come contro i rossoneri .
SUBITO A SPECCHIO – Spalletti conferma la Roma del derby, Montella rilancia Bertolacci, uscito di scena alla prima giornata. I nemici carissimi si conoscono così bene, anche per la frequentazione quotidiana a Trigoria di qualche anno fa, da scegliere lo stesso sistema di gioco. E’ il tecnico rossonero, però, a copiare il collega giallorosso, lasciando il 4-3-3 per il 4-2-3-1. Il Milan, nel rombo offensivo, è più offensivo, perché parte con Niang a sinistra, dove la catena avversaria è con due terzini, Ruediger basso e Peres alto. Diverse le marcature personalizzate che hanno comunque gli stessi obiettivi: limitare i rispettivi playmaker: De Rossi subisce il pressing di Bertolacci, Locatelli quello di Nainggolan. Normale che certe attenzioni reciproche facciano diminuire le chance e quindi le emozioni.
SPECIALISTA RECIDIVO – La Roma resta in partita con la prodezza di Szczesny che, al minuto 27, devia in angolo il rigore di Niang. Che già contro il Crotone, nell’ultimo turno di campionato, ne fallì uno. Anche quello conquistato da Lapadula che qui, lanciato da Bertolacci, è stato atterrato dal portiere giallorosso. Montella, dopo il secondo errore del suo attaccante, dovrà rivedere le gerarchie interne. Anche perché il Milan, studiato l’avversario nel primo quarto d’ora, si è preso l’iniziativa e non l’ha più lasciata fino all’intervallo, rischiando solo all’inizio, destro di Dzeko respinto da Donnarumma e nel finale del primo tempo, ancora su conclusione del capocannoniere finita di un soffio sul fondo. Subito dopo si arrende Peres che si fa male in uno scontro con De Sciglio e lascia il posto El Shaarawy. L’ex rossonero va però a sinistra e, sulla fascia destra, si sposta Perotti.
CAMBIO DI RITMO – La ripresa, come contro la Lazio, viene sfruttata dalla Roma per prendersi il match. Con più convinzione e maggiore agonismo. Spalletti aggiusta gli interpreti in campo e, ripetendo proprio la mossa fatta nella seconda parte del derby, sistema a sinistra Strootman che lascia la sua zona a De Rossi. Ma è ancora Nainggolan a indirizzare il match, soffocando Locatelli e calciando di sinistro da fuori per i 3 punti. Dzeko usa il fisico e la classe per impegnare, anche da solo, la difesa rossonera. La raffica di sostituzioni di Montella, ancora senza successi in campionato contro la sua ex squadra, non spaventa Ruediger, Fazio e Manolas: entrano Mati Fernandez per Bertolacci, Luiz Adriano per Lapadula e Honda per Pasalic. La difesa tiene e, soprattutto nella ripresa, non concede chance ai rossoneri. E per il 2° match di fila non prende gol. L’1 a 0, mai successo in 24 gare stagionali, basta per restare il miglior attacco. In solitudine, con 36 gol.