Lo spareggio dice Roma — più solida e più esperta — ma, per come ha giocato nel primo tempo, l’anti-Juve poteva essere anche il Milan. Decide un gol di Nainggolan, sul quale Donnarumma sbaglia il piazzamento, che nasce da un fantastico stop a seguire che inganna Locatelli. Nei nomi dell’azione principale c’è la partita e, probabilmente, il campionato: i giocatori della Roma hanno più grandi sfide nelle gambe e nella testa, quelli del Milan hanno sicuramente un grande futuro anche se qualcosa pagano nel presente. Non è stata una partita memorabile per lo spettacolo, ma intensa. Valeva la candidatura ufficiale a sfidante e come tale è stata affrontata. Non una finale, ma una semifinale. Discutere il risultato sarebbe ingiusto: il calcio è fatto (anche) di episodi e sbagliare un rigore non è mai la via giusta per la gloria. La Roma ha meritato i tre punti nel secondo tempo, il Milan non avrebbe rubato nulla uscendo con un pareggio dall’Olimpico. Sarebbe stato il risultato perfetto per la Juventus, che incontrerà la Roma proprio sabato prossimo. Vincenzo Montella non sfata il tabù: da allenatore non ha mai vinto in campionato contro la sua ex squadra, lo ha fatto solo in Coppa Italia e in Europa League, con la Fiorentina, tutte e due le volte all’Olimpico.
Questa volta ci è andato vicino nel primo tempo, quando ha indovinato la gara e Niang ha sbagliato il secondo rigore consecutivo dopo quello contro il Crotone. Due penalty guadagnati da Lapadula al quale, sicuramente, sarà meglio lasciare il prossimo incarico dagli undici metri. Lapadula è una specie di Schillaci 2.0, ha tanta fame e si sente pronto per prendersi quello che la vita (professionale) gli ha fatto penare: un bel posto al sole. La sua sostituzione nella ripresa con Luiz Adriano è stata l’unico errore di Montella nella serata. La Roma del primo tempo è stata due lampi di Dzeko: il primo al 2’ e il secondo al 35, un tiro respinto da Donnarumma e uno fuori di pochissimo. Nel mezzo, troppi lanci lunghi verso il bosniaco, con Bruno Peres incapace di giocare in posizione avanzata al posto di Salah e Perotti meno brillante del solito, perché non al top fisicamente. Il Milan ha chiuso bene tutti i varchi, pronta a ripartire con tagli verso l’area avversaria e palloni filtranti. Lapadula, su passaggio di Suso, è arrivato in ritardo di un centimetro (17’) e si è guadagnato un rigore, travolto da Szczesny (26’). Il portiere polacco si è fatto perdonare dell’uscita troppo temeraria battezzando l’angolo giusto sul tiro poco coraggioso di Niang. Al 36’, su un ruvido tackle di De Sciglio che Mazzoleni non ha punito, Bruno Peres ha chiuso la partita: distorsione della caviglia sinistra e esami oggi, per uno stop non breve. Nella ripresa la Roma ha alzato il ritmo, ma per sbloccare la gara ci è voluto un «numero» di Nainggolan, che ha bissato il gol segnato nel derby sotto la Sud. Un gol ancora più pesante, un gol da tre punti per andare a sfidare la Juve a casa sua. Magari sperando nel recupero miracoloso di Salah.