Mentre la Roma soffriva a giocare, c’era un giocatore che non smetteva di giocare: Edin Dzeko. Non un centrocampista, ma un attaccante, il primo attaccante della Roma, peraltro capocannoniere del campionato. Era su tutti i palloni, sponde, appoggi, tiri (quelle rare volte in cui ha ricevuto una palla decente) e soprattutto un sostegno continuo alla squadra. Dzeko è diventato in questa stagione un giocatore fondamentale per la Roma, è lui a tenerla su, a rinvigorirla col suo fisico, ad aiutarla anche nella fase difensiva.
I GOL – Dzeko non ha segnato nel derby e nemmeno ieri sera, gli ultimi suoi gol risalgono alla partita col Pescara, una doppietta, ma anche senza reti il lavoro di questo giocatore è stato impressionante. Si può interpretare quel ruolo in tanti modi, si può aspettare una palla in area e colpire con classe come fa Icardi, in testa alla classifica dei cannonieri accanto al bosniaco, o favorire in tutto e per tutto la manovra della propria squadra come fa Dzeko. La forza di questo centravanti è superiore a quella di Icardi, perché pur battendosi come fanno in mezzo al campo Strootman e Nainggolan, al momento decisivo riesce a conservare la lucidità per colpire. Ieri sera Donnarumma gli ha chiuso la porta con due interventi decisivi, ma può essere interessante rivedere come Dzeko si è liberato di Romagnoli in area di rigore, spostandosi col fisico per trovare l’unico pertugio libero (si parla della prima occasione).
POCHI SIMILI – Dzeko non gode di molte imitazioni in Serie A. Un attaccante che gli si può accostare è Kalinic, anche lui sempre a disposizione della squadra nel pressing e nella fase difensiva. Sono giocatori che a fine partita anche se non segnano, meritano l’abbraccio dei compagni e i complimenti dell’allenatore. Dzeko non si ferma mai e nel movimento della Roma è diventato un riferimento essenziale. Quando la palla parte dalla linea difensiva, è lui a muoversi verso il centrocampo per fare la sponda. Con Salah, quel movimento si era trasformato nel punto di forza dell’attacco romanista: Dzeko che lancia l’egiziano era un classico. Perso Salah per infortunio, il lavoro del bosniaco non è cambiato e non è colpa sua se la Roma, in quest’ultimo periodo, è diventata meno brillante in zona-gol.
L’OBIETTIVO – Con 12 reti dopo 16 giornate, Dzeko può davvero puntare alla classifica dei cannonieri. Ma prima ancora di quel titolo, che riempirebbe d’orgoglio un giocatore discusso (e non solo) appena qualche mese fa, per il bosniaco conta la Roma. Lo aspetta la sfida di Torino, il duello con Higuain, un tipo di centravanti diverso da lui, meno lavoratore. Il Pipita è l’uomo del record, il bomber dei 36 gol, ma per ora è a -3 da Dzeko. E’ il momento del bosniaco: se segna a Torino, si prende tutta la scena e Spalletti non aspetta altro che consegnargli il comando.