Fonseca protesta per gli arbitraggi, la società si lamenta delle variazioni di calendario, l’avvocato spera nella restituzione del punto di Verona. La Roma è agguerrita su tutti i fronti. Non si sente rispettata, né in campo per la gestione dei calci di rigore e per l’applicazione bislacca del protocollo Var, né fuori, per la vicenda ormai nota del rinvio di Juventus-Napoli che può sfavorirla nella settimana che si concluderà con il posticipo all’Olimpico proprio contro il Napoli.
Il ceo Guido Fienga ha trascorso il weekend al telefono con il presidente della Lega, Dal Pino, e con i suoi collaboratori, per chiedere giustificazioni dello slittamento. Un atto formale, forte, che ha reso orgogliosi molti tifosi. Ma dagli uffici di Milano, pur comprendendo lo sfogo della Roma, assicurano lo statuto non sia stato violato. Neppure nell’articolo 29 richiamato nella lettera spedita l’altra sera. Ieri sera è arrivata la replica da Via Rosellini: «Tutto è stato fatto secondo le regole. E la richiesta di slittamento entro 15 giorni si applica solo per le coppe europee».
Secondo la Lega insomma appartiene alla discrezionalità del presidente valutare se esistano i presupposti per il rinvio di una partita, dopo aver registrato l’accordo tra le due società interessate. La Roma intendeva capire se la richiesta formale di slittamento fosse stata depositata entro i termini previsti. E su questa base, provocatoriamente, concludeva la lettera chiedendo anche il rinvio di Roma-Napoli «a data da destinarsi». Ma non sarà accontentata perché la risposta della Lega, facendo riferimento alle coppe europee, chiude la questione. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida