La Roma resta ferma a quota 50 punti in classifica. Il ricorso presentato dal club giallorosso davanti alle Sezioni Unite del Collegio di Garanzia dello Sport del Coni per lo 0-3 a tavolino contro il Verona inflitto in seguito al caso Diawara è stato respinto, confermando la decisione già adottata dal Giudice Sportivo e ratificata in seguito dalla Corte Sportiva d’Appello della Figc.
Non è bastata la linea difensiva portata avanti dall’Avvocato Conte, che non ha negato l’errore dei giallorossi ma ha sottolineato come lo sbaglio – non inserire Diawara nella lista dei giocatori in rosa – sia stato commesso in buona fede e non abbia creato alcun vantaggio per la squadra di Fonseca.
Non hanno sortito alcun effetto le parole di Fienga, che aveva invocato un tipo di sanzione diversa rispetto alla sconfitta a tavolino (la seconda della stagione dopo quella con lo Spezia in Coppa Italia) contestando un’eccessiva severità della norma che condanna la Roma: «Abbiamo spiegato che la Roma non si nasconde e ammette le proprie responsabilità per un errore che non ha portato alcun vantaggio. È una fattispecie diversa dal caso Pescara-Sassuolo del 2017».
Il Ceo giallorosso, a margine dell’udienza, è tornato a parlare del rinvio di Juventus-Napoli e ha puntato nuovamente il dito contro la Lega dopo la risposta del presidente Dal Pino alla lettera inviata sabato scorso dal club di Friedkin: «Non voglio commentarla perché è una risposta più ridicola della decisione. Motivazioni non ci sono state, è stato detto che la decisione non necessita motivazioni. A mio modo di vedere le uniche motivazioni non sono raccontabili».
Nulla da fare anche per il rinvio di Roma-Napoli, proposta lanciata da Trigoria con chiaro intento provocatorio: «La richiesta di rinvio non è stata accolta, senza darci motivazioni – prosegue Fienga – si adduce che per regolamento la Lega possa spostare una partita con un semplice accordo tra due squadre, salvo incontri internazionali. Immaginate cosa accadrebbe se questa regola venisse applicata da tutte le squadre ogni giornata da qui alla fine. Ora pensiamo al nostro campionato e al fatto che non ci siano più episodi di parzialità e di soggettività in una lega che evidenzia lacune di governance»
FONTE: Il Tempo – E. Zotti