Aprile può essere un mese molto importante in ottica stadio per la Roma: dopo il naufragio del progetto Tor di Valle l’amministrazione ha avviato la procedura di revoca e il 4 aprile ci sarà ufficialmente il via libera per la votazione, che ci sarà verosimilmente nella seconda metà del mese. Parnasi non avrebbe intenzione di intraprendere le vie legali con il club, e allora si può accelerare.
Il nuovo mantra è uno: per il nuovo stadio i Friedkin non sceglieranno terreni privati. Si opterà dunque per aree pubbliche, di partecipate o del Comune. Da privilegiare, chiaramente, zone che non siano da potenziare al livello infrastrutturale. Un altro punto a favore per scegliere l’area sarebbe la possibilità di non effettuare varianti al piano regolatore.
Spuntano così fuori due ipotesi: Pietralata – in pole anche per la vicinanza all’anello ferroviario – ed Eur – l’area piace anche se sembra un po’piccola -. Va approfondita anche la possibilità di un nuovo impianto tra Togliatti e Collatina, zona che ha fatto gola anche ad Amazon.
Accantonate invece le possibilità Ostiense-Gazometro – non è sicura -, Ostiense-Mercati Generali – già promessa ad altre aziende -, Flaminio – presenti vincoli architettonici -, Tor Vergata – in parte di proprietà privata – e Torre Spaccata-Parco dei Vigili del Fuoco – rischi per motivi archeologici -. Fuori corsa Fiumicino, che potrebbe però rientrare in corsa se saltasse il tavolo con il Comune. L’obiettivo è inaugurare nel 2026.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini