Due gol decisivi in otto giorni. Derby e Milan, con la speranza di poter segnare anche contro la mai amata Juventus. Radja Nainggolan da sempre mostra pubblicamente la sua antipatia per i bianconeri, club nel quale non andrebbe mai a giocare e che ora vorrebbe battere. «Sabato, a Torino, sarà una battaglia molto difficile – le parole di Radja al termine della gara col Milan – e noi dobbiamo pensare a combattere, convinti di poterli battere e di poter fare una bella prestazione». D’altra parte non è una novità per Nainggolan realizzare reti decisive, visto che nei suoi tre anni di Roma ne ha fatte tante, importanti, che sono valse i tre punti, proprio contro le big (Fiorentina, Napoli, Lazio, Milan e Inter). L’unica a cui ancora non ha mai segnato – guarda caso – è l’odiata Juventus. E sabato non vuole farsi sfuggire l’occasione allo Stadium, dove i giallorossi hanno sempre perso. Con la promessa di un rinnovo contrattuale del quale si riprenderà a discutere durante le feste. Non ci sarà Bruno Peres, che dovrà restare fermo tre settimane.
Rientrerà quindi dopo la sosta, il brasiliano, che contro il Milan ha riportato un trauma distrattivo/distorsivo alla caviglia sinistra. Cercherà di andare almeno in panchina – ma appare molto complicato – Salah, che tra oggi e domani dovrebbe tornare a lavorare in gruppo. L’egiziano vuole provare a farcela prima della sosta, per la gara con il Chievo di giovedì 22 dicembre. Torna invece a parlare l’ex ds giallorosso, Sabatini, a margine di un evento dedicato a Pierino Prati. «Emerson? Ho sempre pensato fosse forte e Spalletti lo sta lanciando. È costato così poco da bilanciare i prezzi di quelli che sono costati tanto e mi vengono rinfacciati come operazioni fallimentari. Gerson? Non mi aspettavo niente di più, sta facendo quello che deve fare un ragazzo del ’97, in un nuovo calcio. Se non riuscirà nella Roma, me lo prenderò io quando andrò a lavorare altrove». E quando gli chiedono di Pallotta, Sabatini si fa tagliente: «Pallotta chi?».