Niente lieto fine. Nicolò Zaniolo non parteciperà al prossimo Europeo. A far cambiare le cose è stato il Covid, che ha “rubato” al centrocampista della Roma quelle settimane di lavoro indispensabili per metterlo in corsa verso la convocazione.
L’appuntamento di due giorni fa a Innsbruck dal professor Fink, che lo ha operato a settembre al crociato anteriore del ginocchio sinistro, è andato bene. La visita di controllo dimostra che la tecnica adoperata ha dato stabilità, ma pur avendo «una muscolatura alle gambe come quella di uno sciatore» – parole di Fink – la sinistra ha circa il 10% in meno di tono muscolare rispetto all’altra, per giunta operata (sempre crociato anteriore) nel gennaio dello scorso anno. Morale: meglio non rischiare.
Le (almeno) tre settimane sottrattegli dal Covid sono valse un ritardo quantificato dal professore in «4-6 settimane». Quanto basta perché, dopo la prossima visita di controllo prevista tra fine mese e i primi di maggio, il giocatore abbia il via libera per il ritorno in gruppo, ma non per tornare in campionato. Risultato: il sogno azzurro deve essere archiviato di un anno. Appuntamento al Mondiale 2022.
Il c.t. Roberto Mancini non vuole essere lui quello che chiude la porta alla speranza. «Aspettiamo ancora un po’. So che al 70 per cento non ce la farà a essere con noi – dice – ma Nicolò deve restare tranquillo. Ha davanti a sé una carriera molto lunga, non deve forzare perché la salute è ciò che conta di più. In ogni caso noi lo seguiremo fino alla fine, anche perché conosciamo bene il suo valore. Nel calcio momenti del genere possono capitare».
«Ieri era distrutto – racconta suo padre Igor – come umore sembrava di essere tornati ai giorni in cui si era infortunato alle ginocchia. Ora piano piano comincia a stare meglio, anche se dentro di sé ha una voglia incontenibile di giocare. Vorrà dire che, quando arriverà la “green card” – così la chiama il professor Fink – disputerà le finali Primavera». Intanto adesso già si allena con la squadra guidata da Alberto De Rossi, evitando però i contrasti.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini