Il ritratto di Massimiliano Allegri è perfetto: Paulo Dybala ha la faccia da bambino però con lo sguardo assassino. L’allenatore sceglie l’immagine per descriverne determinazione e voglia di vincere, costanti di questa lunga intervista, tra confidenze su sogni diventati realtà – giocare con Messi, il suo idolo – e sogni che ribattezza obiettivi: la Champions perché Paulo ci crede e non vuole svegliarsi prima di Cardiff. Parla di Pogba («Ci manca, ma noi manchiamo a lui: guardate le classifiche…»), di CR7 e del Pallone d’Oro, di mamma Alicia e della fidanzata Antonella, del rapporto con i bambini e dei vecchi maestri, di Higuain che è amico e non solo gemello d’attacco, di Mandzukic che è importante quanto Gonzalo, di un tridente che non considera utopia. Parla, soprattutto, di Juve-Roma, la partitissima: di Iturbe che è fortissimo e gli spiace non trovi spazio, di Paredes che sarà il futuro della Seleccion, di Totti a cui chiese la maglia emozionato, dei sentimenti di Pjanic e delle battute su Nainggolan, soprattutto di una sfida da vincere per dare un segnale forte al campionato. Perché l’altro obiettivo, non sogno, è il sesto scudetto che varrebbe la leggenda.
Dybala come si sente? E’ pronto a riprendere il suo posto da titolare?
«Non so se sono al cento per cento, però sto sempre meglio: giocare è il desiderio di ogni calciatore, però siamo tanti e c’è un allenatore che decide».
Ha passato un mese e mezzo senza calcio…
«Non è stato semplice. Già a Palermo mi era capitato di stare fermo tanto a lungo, ma per un giovane è dura accettarlo. Ho cercato di trasformare lo sconforto in energia per recuperare più in fretta possibile».
Sabato affronterete la Roma: è davvero l’anti-Juve, a suo giudizio?
«La classifica in questo momento dice questo, in realtà gli anti-Juve sono tanti: vinciamo da anni ed è normale che sia così, sabato non avremo contro solo la Roma ma per noi è una carica in più».
Chi conosce nella squadra di Spalletti?
«Sono molto amico di Iturbe, è fortissimo e mi piacerebbe vederlo giocare di più: il fatto che stia fuori la dice lunga sui valori tecnici dell’attacco giallorosso. Conosco anche Paredes: sarà molto importante per futuro della Nazionale argentina».
Cosa pensa di Totti?
«Fa parte della storia mondiale del calcio, l’ho sempre ammirato e quando l’ho incrociato con il Palermo gli ho chiesto la maglia. Se penso che quando lui ha debuttato in A non ero nato mi vengono i brividi: giocare a quarant’anni nella propria squadra del cuore è un sogno che tutti vorrebbero vivere».
Juve-Roma vale già lo scudetto?
«E’ presto, però se vinciamo mandiamo un segnale importante alle inseguitrici. Voglio i tre punti anche per chiudere in vetta l’andata: giocheremo una partita in meno e non mi piacerebbe vedermi secondo».
Pjanic come vive questa vigilia?
«Ha avuto modo di… prepararsi affrontando il Lione, altra sua ex squadra. Lo vedo sereno, è un grande professionista: in allenamento scherzavamo sull’amicizia con Nainggolan, gli abbiamo chiesto se davvero gli ha tolto il saluto. Non ha risposto…».
Nainggolan è un altro punto di forza della Roma…
«E’ un combattente, determinante per il gioco: si è visto anche nell’ultima partita».
Higuain prima del Napoli era più coinvolto di Pjanic oggi?
«Penso non sia facile per nessuno: mi sentivo teso io la prima volta contro il Palermo, figurarsi loro arrivati da grandi squadre. A Gonzalo piacciono due cose, vincere e fare gol, perciò con il Napoli è stata la partita perfetta».
Pensa che sia possibile un tridente con lei, Mario e Higuain?
«Lo abbiamo provato contro l’Espanyol in amichevole e per qualche minuto contro la Dinamo Zagabria. Credo che per caratteristiche si possa fare, magari anche a partita in corso».
La Juve è favorita per il sesto scudetto?
«La Juventus è sempre favorita. Per giocatori, allenatore e storia».
Cosa pensa del Napoli?
«L’avvio è stato inferiore alle attese, ma adesso sta facendo grandi partite. Esprime un bel calcio e ha un grande allenatore: in Champions con il Real sarà un bel test».