Capitolo 16, pagina 229 dell’autobiografia di Alex Ferguson: “Il 7-1 sulla Roma del 10 aprile 2007 è stata una delle nostre maggiori imprese internazionali. Ci furono le doppiette di Michael Carrick e Cristiano Ronaldo, i gol di Rooney, Alan Smith e anche di Patrice Evra, alla sua prima marcatura europea. Le grandi partite di solito vengono vinte da 8 calciatori. Può capitarti mezza dozzina di volte nella carriera che in un match ci siano undici giocatori che diano il massimo.
Quella partita rappresentò una di quelle eccezioni. Il secondo gol fu una splendida azione con sei passaggi e sei calciatori, tutti di prima. La Roma era un’ottima squadra con campioni come Totti, De Rossi e Chivu”. Quattordici anni dopo, Alex Ferguson ricorda con memoria lucida quella sfida dei quarti di Champions che qualificò i Red Devils dopo l’1-2 incassato nell’andata all’Olimpico.
Quali furono le sensazioni che provò durante quella partita? “Ebbi la percezione immediata che stavo vivendo una di quelle notti che a un allenatore capita poche volte di potersi godere nella sua carriera. Quando una squadra raggiunge quei livelli di perfezione, per un manager è una soddisfazione enorme ed è lo spettatore privilegiato di uno splendido show”.
Nella sua autobiografia, cita Francesco Totti, simbolo della Roma: ha mai cercato di portarlo a Manchester? “Il calciatore ci piaceva e avremmo voluto inserirlo nel nostro copione, ma quando manifestammo il nostro interessamento, apparve subito chiaro che Totti non voleva lasciare Roma. Era profondamente legato alla sua città. Il suo curriculum del resto parla chiaro: Totti nella sua carriera ha indossato solo la maglia della Roma”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – S. Boldrini