A centottanta minuti da quello che si prospetta uno splendido inizio, la Roma è chiamata a una conclusione quantomeno dignitosa. Anche per renderla degno prologo di quanto dovrà accadere. Oltre che per risarcire – molto parzialmente – la propria gente, costretta a subire una sequenza fin troppo lunga di delusioni nella stagione che chiuderà fra dieci giorni.
E in questi dieci giorni che mancano, ci sono appunto quei centottanta minuti, non soltanto da onorare – come se nient’altro ci fosse da chiedere che salvaguardare l’orgoglio – ma anche e soprattutto da disputare al massimo, se possibile anche oltre i propri limiti. Tanti, troppi, sono quelli palesati negli ultimi mesi. Gli ultimi ancora negli occhi, relativi alla sfida di Milano con l’Inter neo-campione d’Italia, alla quale è stato “gentilmente” offerto il piatto preferito: spazi aperti e scarsa opposizione. Errori visti e rivisti in un’annata in cui manca ancora una vittoria di prestigio, quantomeno in campionato.
Occasione che adesso è fornita da un derby che può rappresentare il trampolino verso l’Europa. Non quella programmata come obiettivo d’inizio anno e nemmeno quella appena giocata fino al penultimo atto. Alle liste resta soltanto la coppa minore: quella Conference League che vedrà la luce proprio dalla prossima stagione. Non è molto, ma è sempre meglio dell’onta dell’esclusione dai tornei continentali a vantaggio del Sassuolo, che resta incollato alle spalle, a soli due punti.
In ogni caso, c’è poco da fare gli schizzinosi dopo un cammino che in Serie A recita dodici sconfitte su trentasei gare giocate e ben 56 reti subite, a fronte delle 64 realizzate. E proprio sulla differenza reti potrebbe giocarsi la qualificazione con gli emiliani, con i quali i confronti diretti sono in parità. Esiste soltanto un modo per liberarsi del fardello, evitando la beffa finale di possibili goleade dei neroverdi: centrare due vittorie nelle ultime due giornate. Anche perché gli avversari del derby all’ultimo turno si troveranno di fronte proprio la squadra di De Zerbi e l’esperienza insegna che quando c’è da regalare punti a scapito della Roma, non si sono mai tirati indietro.
FONTE: Il Romanista – F. Pastore