Probabilmente è soltanto un caso, ma per qualcuno si tratta di un segno del destino. L’ultima gara all’Olimpico di Paulo Fonseca da allenatore della Roma rappresenta l’occasione per regalare un sussulto di gioia a una piazza reduce da una delle stagioni più complicate degli ultimi dieci anni. Per il tecnico vincere il derby sarebbe il giusto modo per chiudere un biennio in cui ha avuto la possibilità di crescere come professionista e che – nonostante il mancato rinnovo – rappresenta uno step fondamentale per la sua carriera: «Lascio il mio incarico con grande orgoglio. Non c’è un sentimento di ingiustizia ma solo grande orgoglio per aver ottenuto il rispetto di tutti, ho sentito ammirazione da parte dei tifosi».
Un peccato non poterli avere sugli spalti a sostenere la squadra: «Il mio primo derby con i tifosi allo stadio è stata un’emozione unica. Anche se questa volta non ci saranno avremo le stesse motivazioni. È una partita importante per tutti, mi aspetto una squadra motivata». Dopo il 3-0 subito all’andata, Fonseca ha annunciato un cambio di strategia: «L’abbiamo preparata in maniera diversa, cercheremo di essere più equilibrati. Sappiamo che la Lazio è pericolosa in contropiede». Anche per questo il portoghese continuerà a puntare sulla difesa a quattro già vista nelle ultime uscite dei giallorossi:«Ho detto sempre che avevamo due moduli per questa squadra. Abbiamo cambiato col Manchester e la squadra ha risposto bene. A volte si decide di cambiare per dare nuove dinamiche e motivazioni alla squadra ».
Come sempre le scelte dell’allenatore saranno condizionate dai tanti giocatori indisponibili, una costante che ha condizionato pesantemente la stagione e i risultati della squadra: «Non abbiamo avuto tempo per recuperare qualcuno. È stata una stagione difficile, abbiamo perso diversi giocatori importanti. Se fossero stati sempre a disposizione avremmo potuto ottenere un piazzamento diverso – spiega Fonseca – abbiamo subito 53 gol ma il problema ha riguardato la squadra, non solo la difesa. Non avere a disposizione Smalling, il nostro giocatore più esperto, ci ha condizionato. Abbiamo giocato spesso con difensori giovani. I gol subiti sono arrivati più per nostri errori che merito degli avversari. Non abbiamo mai avuto tutti i difensori a disposizione e quella di Smalling è stata un’assenza molto importante». Il centrale seguirà la stracittadina dalla tribuna insieme agli altri infortunati: per rivederlo in campo dopo l’ennesimo problema muscolare bisognerà attendere l’inizio dell’era Mourinho.
FONTE: Il Tempo – E. Zotti