Questo Roma-Lazio, oggettivamente, il pubblico proprio non se lo merita. È una partita troppo triste per festeggiarla col ritorno della gente al calcio e dunque che sia una semplice esecuzione burocratica di novanta minuti stanchi e confusi, un modulo da compilare alla presenza dell’arbitro.
Non lo voleva nessuno un derby così, nessuno immaginava a inizio stagione che il Roma-Lazio della penultima giornata di campionato fosse una questione di sesto/settimo posto. Comunque vada è forse impossibile che questa serata possa passare alla storia per il risultato. Se la Lazio ha ancora una possibilità almeno virtuale di arrivare in Champions League, la Roma ha chiuso la stagione col 6-2 del Manchester United e tutto quello che c’è adesso è soltanto un incubo che non sopporta nessuno. Tutti vorrebbero già essere nel futuro.
Aalla fine non è rimasto quasi nulla, se non questa partita che ognuno cerca di farsi bastare. In attesa della sua sfida a distanza col Sassuolo la Roma cerca di farsi bastare l’anticipo del ciclone Mourinho e i suoi finger food di calcio social: Mou che guarda la partita, Mou che studia, Mou che fa il mercato. L’annuncio ha di fatto chiuso la stagione e lasciato il povero Fonseca solo con i suoi dubbi e la sua filosofia un po’ finto buonista, da una parte Winnie The Pooh e dall’altra Ezechiele Lupo. «Lascio con grande orgoglio, non c’è un sentimento di ingiustizia». Alle 23 si spera, sarà tutto finito.
FONTE: La Repubblica – F. Bocca