All’ultimo tentativo Paulo Fonseca ha vinto la prima volta contro una grande. Ha agguantato il suo primo e ultimo successo nel derby nettamente, con un’interpretazione tattica perfetta che ha cancellato gli errori dell’andata. La vittoria tanto attesa in un periodo di cocenti delusioni è stata firmata da Mkhitaryan e Pedro, ma porta soprattutto la firma di due protagonisti assoluti, il più anziano e il pià giovane: Dzeko e Darboe, quindici anni di differenza.
Il centravanti ha messo in ginocchio Acerbi fino all’espulsione. Il ragazzino gambiano, venti anni ancora da compiere, ha giocato il derby d’esordio con personalità, ha vinto tanti contrasti, ha recuperato tanti palloni. Tanti assenti da entrambe le parti: la Lazio ha dovuto rinunciare a Correa, al suo posto Muriqi accanto ad Immobile.
Per Fonseca invece sette gli assenti, otto con il problema a gara in corso di Ibanez che aveva avuto difficoltà fino a quel momento. La difesa però è stata meno alta rispetto all’andata, il pressing non troppo forzato. La Roma, che si era fatta viva dalle parti di Reina con un colpo di testa di Dzeko fuori di poco, è andata in vantaggio al 42′ nella prima occasione vera. El Shaarawy ha messo in movimento Dzeko che ha fatto ammattire Acerbi e quasi sulla linea di fondo ha messo dentro per Mkhitaryan.
L’armento al volo di piatto ha segnato il suo primo gol nel derby. La partita è cambiata dopo quel gol e nella ripresa la Lazio si è trovata a rincorrere. Dopo l’occasione capitata sui piedi di Cristante è arrivato il raddoppio con Pedro al termine di un’azione personale. La Roma ha poi festeggiato sotto la curva, in onore dei tifosi assenti. Alla Lazio resta il rimpianto di non poter tornare nell’Europa che conta.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo