Il Debutto…
“Ora credo di aver realizzato, piano piano, un’emozione che ti porti dentro quindi ci metti un po per cogliere quello che tu abbia provato realmente in quel momento. Dentro di me è stato un ‘corri a scaldarti, e se poi cambia idea che succede’. Ha chiamato (Fonseca, ndr) Edin e io credevo per farlo entrare, invece quando ho visto che si levava gli scarpini ho tirato un sospiro di sollievo e mi son detto che ‘fortunatamente è arrivato il mio momento e li ho realmente sperato che mi facesse entrare”.
L’infortunio… “Ho portato questo momento per molto tempo. Sono stato fermato da molti infortuni quindi la stra per arrivare è stata tortuosa, ho dovuto affrontare molte cose e proprio per questo la soddisfazione sia ancora più grande perchè parlando dell’infortunio inizialmente ero un po spaventato, mi son dovuto operare e poi una ricaduta per una frattura al 5° metatarso nello stesso punto della frattura a novembre ed è avvenuta in piena estate nel momento clou del ritiro quindi inizialmente non l’ho vissuta molto bene. Per fortuna sono rimasto sul pezzo e mi ha aiutato la mia famiglia, molte persone che mi sono state vicine e sono riuscito a superare quel momento”.
Il primo calcio… “La prima volta che ho avuto un pallone fra i piedi me la ricordo perchè mio padre me la racconta sempre. Fortunatamente ho tirato un calcio fortissimo addosso una persona che stava passando, una persona anziana, l’ho presa sul volto e lui è rimasto subito destabilizzato dalle mie caratteristiche che un bambino piccola che calcia un pallone con quella potenza ancora non l’aveva visto e quindi era rimasto sorpreso”.
La Boreale… “Comunque provengo a cui sono legato. Mi ricordo di aver fatto solo un provino e non sapendo di essere stato preso sono venuto comunque a fare il campus estivo della Roma e quando stavo per iscrivermi c’era Bruno (Conti, ndr) con tutta la dirigenza che controllava tutti gli stessi campus, vado per compilare i documenti e lui mi fa – “che ci fai qui, già sei stato preso per il gruppo dell’anno prossimo” -.
Ho scelto il calcio al tennis… Il calcio da sogno è stato un obiettivo concreto quando l’ho scelto al posto del tennis. Giocavo ad altissimo livello sia a calcio sia a tennis contemporaneamente. Erano settimane in cui mi allenavo tre volte a settimana a calcio e tre volte a tennis con la partita la domenica. Mi è arrivato un momento in cui mi sono trovato di dover scegliere, appunto. Il mio amico, Fabio Cobolli (professionista del tennis, ndr) ha preso un’altra strada diversa dalla mia. Lui ha scelto il tennis, io ho scelto il calcio”.
La città… “Roma mi piace tantissimo. Il mio posto preferito, abitando vicino al centro, è via dei Fori Imperiali; camminare li mi piace tantissimo, con il Colosseo”.
La maglia, il romanismo e i tifosi… “Per me è una grandissima cosa. Io negli anni sono consapevole di amarla e fare di tutto per la maglia, perchè ho imparato ad apprezzare il vero romanismo che secondo me a volte viene tralasciato perchè i tifosi vanno al di la del campo, di come ti comporti. C’è una fede dietro che moltissime città al mondo non possono e non potranno mai comprendere. Roma è una delle piazze più belle che possano esistere e quindi per la maglia io darò sempre tutto”.
Il mio idolo… “De Rossi per la sua voglia e il suo attaccamento e per la sua umiltà dentro e fuori dal campo. Mi ispiro molto a lui perchè mi piace moltissimo come tipo di giocatore. Anche per le doti tecniche e fisiche. Spero di migliorarmi e di avvicinarmi a lui il più possibile”.
Io centrocampista moderno… “Il prototipo del centrocampista moderno, quello che s’inserisce, che fa gol e comunque quello che fa sia la fase offensiva sia quella difensiva. Mi ci rivedo molto perchè credo sia la cosa più importante fare entrambi le fasi, giocare d’intelligenza, cercare di sbagliare meno passaggi possibili. Poi quando ci sono doti innate dentro di te che ti portano a inserirti e cercare il gol le devi sfruttare e da questo punto di vista prova sempre di farlo sempre e a cercare la rete”.
Allenarsi, allenarsi e allenarsi… “Bisogna continuare ad allenarsi e cercare sempre la miglior versione che tu possa dare, sia in campo che fuori dal campo. E’ un punto di partenza l’esordio per una carriera che spero sia più lunga possibile perchè è quello che sogno fin da bambino. è quello per cui ho lavorato ed è quello che voglio fare”.
FONTE: Roma TV