Caro Totti, non farlo. Sarebbe non un autogol ma cento, mille autogol. Ho saputo che ti recherai oggi in Israele, a Tel Aviv, ad assistere alla finale della Champions League che si svolge in Portogallo: è solo un evento pubblicitario televisivo.
E’ più che uno spot per l’Uefa o per il marchio di una birra, è propaganda per il premier Netanyahu e la sua «normalità» di guerra: a Gaza scavano ancora per trovare i morti sotto le macerie, nei territori occupati piangono nuove vittime, a Gerusalemme est la tensione è fortissima, come in Israele.
I feriti e i disabili della guerra promessa scoppiata dal 13 aprile sono centinaia. Ti piego, non andare. E’ vero che lo sport e il calcio dovrebbero unire e non dividere, ma dovresti anche sapere che i governi israeliani, non hanno permesso a calciatori palestinesi di allenarsi o di recarsi all’estero.
Hanno arrestato incarcerato senza pro- cesso per ben tre anni, Mahmoud Sarsak una promessa del calcio palestinese Dovresti vedere, caro Totti, la partita di calcio realizzata a Gaza dai ragazzi colpiti dai proiettili israeliani e lasciati disabili per sempre. Sì perché malgrado la vita senza libertà , i palestinesi amano il calcio e anche Totti (…).
FONTE: Il Manifesto – L. Morgantini