Ogni mattina a Roma, quando sorge il sole, un cronista si sveglia e sa che non dovrà aprire Whatsapp o verrà inondato di fake news da un’improbabile fonte. Ogni mattina a Roma, quando sorge il sole, un’improbabile fonte, sa che dovrà aprire Whatsapp prima del cronista o non riuscirà a far circolare fake news. Ogni mattina a Roma, non importa che tu sia un cronista o un’improbabile fonte, l’importante è aprire Whatsapp e scrivere qualche news di mercato.
Storpiando malamente la storia del leone e della gazzella, resa famosa da un’ancora più fantasiosa interpretazione in un film di Aldo, Giovanni e Giacomo, si può descrivere l’ironica «fatica» quotidiana di un giornalista che si occupa di vicende di Roma durante il periodo in cui termina il calcio giocato e si inizia a parlare di calciomercato.
Mai come negli ultimi anni il fenomeno di acquisti, cessioni, prestiti, plusvalenze e riscatti ha incollato su televisioni e cellulari milioni di italiani, letteralmente travolti dalla passione e dalle discussioni nel voler creare la propria squadra del futuro. E questo sistema si è ulteriormente ingigantito grazie alle trattative che nascono ed esistono soltanto nel mondo virtuale.
«La Roma avrà Amazon come main sponsor, me l’ha detto mio cugino che lavora…», «Tiago Pinto ha chiuso per Bale, l’aggancio è più che affidabile», «Alice Walton è la vera proprietaria della società dietro i Friedkin», «Cristiano Ronaldo non solo viene qui con Mourinho, ma ha anche preso una quota di minoranza del club», sono una minima parte delle «notizie certe» con cui si è avuto a che fare negli ultimi giorni.
Non può poi mancare il più classico dei «a Borsa chiusa arriva il comunicato, fidati» non appena il titolo della Roma a Piazza Affari vede un robusto segno positivo. Questo «gioco» delle notizie sulla Roma coinvolge chiunque, anche noti avvocati che diversi anni fa hanno avuto a che fare con gli uffici di Trigoria e da cui non ti aspetteresti mai una tale leggerezza su una «bomba in arrivo alle 19».
Oltre ai vari «giocatore X è preso», c’è poi anche il «Pinto è in Germania», quando poi in realtà è comodo nel suo ufficio. Per un cronista sta diventando quasi una jungla riuscire a districarsi tra fonti, messaggi vari (compresi i famosi ‘inoltrati’) e audio di dubbia provenienza. Ma è anche questo il bello del calciomercato, che fa sognare e fantasticare i tifosi, sempre desiderosi di vedere la maglia giallorossa indossata da giocatori di livello.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora