La versione brasiliana di Espn proprio ieri lo inseriva tra i giocatori intorno ai 20 anni pagati più di 15 milioni di euro che stanno giocando meno in Europa. Due giorni fa, invece, illustri esponenti della stampa di Rio si interrogavano sul perché stesse facendo così poco – e neppure troppo bene – e si chiedevano se fosse il caso di mandarlo a giocare o meno altrove. Il nome di Gerson, con quel cartellino pagato quasi 19 milioni che pesa come un macigno, in Brasile va sempre di moda. A Roma meno, anche adesso che potrebbe giocare la seconda partita di fila da titolare. Un po’ per scelta e un po’ (tanto) per necessità, con Paredes ancora fuori per infortunio, Nainggolan non al meglio e De Rossi che non ha lesioni al polpaccio ma è destinato alla panchina per via dell’influenza, domani sera contro il Chievo dovrebbe trovare di nuovo spazio dall’inizio, stavolta accanto a Strootman nel ruolo di regista, forse quello a lui più congeniale.
OCCASIONE – Una nuova possibilità, dopo quella di Torino, terminata dopo 45’, come già successo all’esordio in Europa League contro il Viktoria Plzen. Stavolta l’avversario non è così importante, non per questo meno ostico, ma con la Roma chiamata a fare la partita, invece che contenere le sfuriate avversarie, il compito sarà più agevole. L’occasione di chiudere bene l’anno c’è, poi partirà per le vacanze in Brasile, con la speranza che il 2017 gli regali più continuità. A gennaio dovrebbe tornare di nuovo a Trigoria perché la Roma non sembra intenzionata a mandarlo in prestito, interrompendo il processo di crescita che sta facendo con Spalletti, e lui non sembra intenzionato a spostarsi. Con il benestare del padre.
RUOLO – Detto che sta iniziando a trovare sempre più confidenza con l’italiano e la presenza di tanti brasiliani in squadra lo sta aiutando, perché nonostante la paternità e l’aspetto maturo ha soltanto 19 anni, Gerson sta crescendo nel fisico (è meno magro rispetto a quando è arrivato, con un paio di chili in più di massa muscolare), ma non ha ancora trovato una sua precisa collocazione tattica. Sulla fascia, contro la Juventus, non ha certamente impressionato, davanti alla difesa ha messo in mostra qualche buona giocata, ma non ha ancora quella rapidità di pensiero e di esecuzione necessarie in una zona tanto delicata. Il talento però c’è, ed è innegabile, quindi in attesa di capire se si avvererà o meno la profezia di Sabatini («me lo riprendo e lo porto in un’altra squadra», ha detto l’ex direttore sportivo una settimana fa), a lui e a Spalletti il compito di farlo fruttare. Una buona prestazione domani sarebbe un ottimo regalo da mettere sotto l’albero, per lui e anche per la Roma.