“Ho pensato di smettere. Quando hai un infortunio del genere, ti viene il dubbio e la voglia di andare a metterti su un lettino. Ho avuto a che fare con un infortunio molto grave, ma poi sono stato abbandonato a me stesso. L’intervento e la riabilitazione sono stati a carico mio”.
“Il primo anno a Genoa è stato fantastico. Siamo arrivati quinti, abbiamo trovato la qualificazione in Europa League. Gasperini è stato l’allenatore più forte che ho avuto. Lui ha fatto uscire il meglio da me stesso. Arrivavo dall’Argentina, non stavo al meglio, ma a Genoa c’era un clima diverso: gli allenamenti erano pazzeschi a livello fisico. Il calcio era molto diretto, non abbiamo mai fatto una partita a cercare il pareggio o andare indietro, noi cercavamo il gol”.
“Avevo avuto una riunione con il mister e io da professionista volevo giocare la partita. Mi avevano aperto le porte quando non stavo benissimo e sentivo che la mia carriera rischiava di andare giù. Volevo giocare fino alla fine perchè portavo rispetto per il Genoa e per quello che hanno fatto per me”.
“Quando eravamo alla Roma (con Patrick Schick, ndr) insieme, ma anche quando era alla Samp, si vedeva che era forte. Purtroppo ha avuto sfortuna ma gli infortuni non li puoi controllare”
Infine spazio sul suo futuro: “Mio figlio è nato a Genoa. Quella città è parte della mia famiglia. Ho un contratto ancora di un anno con il Fenerbahçe, ma l’Italia rimane sempre nel mio cuore. Sappiamo come funziona il calcio, non ci sono le certezze. Ma da parte mia mi piacerebbe tornare”.
FONTE: Sky Sport