Tra pubblico e privato, tra passato e presente, dalla A alla Z: ecco l’alfabeto di José Mourinho a due settimane dall’inizio della sua avventura da allenatore della Roma.
A COME AMBIZIONE E’ sempre stata la sua stella polare, la carica interiore che lo ha spinto sempre a ottenere il massimo. In ogni club che ha allenatore, ha cercato di tramettere una mentalità vincente.
B COME BELGRAVIA Il quartiere di lusso a Londra dove ha deciso di vivere con la famiglia. I prezzi in quell’area non salgono né scendono mai seguendo i trend: sono sempre inarrivabili.
C COME CHAMPIONS Mourinho ne ha vinte 2, nel 2004 con il Porto e nel 2010 con l’Inter. Complessivamente in carriera ha conquistato 25 trofei, anche se lui se ne attribuisce mezzo di più: “Mi hanno esonerato dal Tottenham nella settimana della finale di Coppa di Lega”.
D COME DECO E’ stato il suo giocatore di riferimento al Porto prima e al Chelsea poi, l’uomo della differenza. I romanisti sperano che per assonanza adesso possa diventare Dzeko un analogo punto di riferimento.
E COME ETO’O Una delle scommesse vinte. Ripudiato dal Barcellona, diventò decisivo nella stagione del triplete interista giocando come attaccante esterno.
F COME FRIEDKIN Il presidente della Roma, con il figlio, è stato attivo e decisivo nel convincerlo a sposare la causa della Roma: “Tra noi si è creata subito empatia, ho impiegato pochissimo a dire sì”.
G COME GELSENKIRCHEN Una delle città meno attrattive del mondo e per Mourinho è uno dei posti del cuore: lì vinse la Champions con il Porto battendo 3-0 in finale il Monaco di Deschamps.
H COME HOTEL Il 5 stelle superior di Manchester è stato la sua dimora in tutto il periodo trascorso allo United. Preferì sistemarsi in un albergo piuttosto che cercare casa. Appena poteva, tanto, scappava a Londra.
I COME INSTAGRAM L’unico social media che frequenta. Ama pubblicare immagini di sé ma non interagisce mai con il pubblico. “Servirebbe più controllo sulle offese ingiustificabili che ogni tanto arrivano”.
L COME LINGUE Mourinho è poliglotta: parla portoghese, inglese, spagnolo, italiano, francese e anche un discreto catalano.
M COME MATILDE Il nome della moglie, sposata nel 1989, e della figlia, nata nel 1996. Ha anche un figlio, José Felix.
N COME NATALE Mourinho è cattolico praticante e considera il Natale una festività importante sul piano spirituale.
O COME ONE Lo Special, il soprannome se l’è dato da solo dopo essere approdato al Chelsea nel 2004. Da allora non è mai cambiato.
P COME PUBBLICITA’ Mourinho è stato e continua ad essere uno straordinario testimonial nel mercato pubblicitario. Attualmente, solo dagli sponsor, percepisce circa 10 milioni di euro.
Q COME QUADERNO Annota tutto a penna, come i vecchi tempi. Utilizza le tecnologie sul lavoro, ma ama scrivere di suo pugno gli appunti che gli servono per preparare le partite e i discorsi motivazionali per i giocatori.
R COME RIO AVE La sua prima squadra, sia da giocatore che da allenatore. Da ragazzo seguì il padre Felix che allenava proprio il Rio Ave. Era un difensore ma smise molto presto, a 24 anni, dedicandosi agli studi.
S COME SETUBAL Il suo paradiso atlantico, non solo la città dove è nato. E’ il luogo in cui si rifugia per assaporare la tranquillità. Per i suoi 50 anni il comune gli ha intitolato una squadra. Il Vitoria Setubal è anche la sua squadra del cuore.
T COME TRIPLETE Il successo più clamoroso della sua storia calcistica: nella stagione 2009/10 vinse con l’Inter campionato, Coppa Italia e Champions League.
U COME UNIVERSITA’ Ha due lauree: la prima conseguita grazie agli studi in educazione fisica, la seconda gli è stata conferita ad honoris causa nel 2009.
V COME VAR La moviola in campo gli piace in linea di principio ma non nell’applicazione: la ritiene dannosa quando serve a disciplinare episodi che restano controversi anche dopo la lettura delle immagini.
Z COME ZEROTITULI Tra le sue tante espressioni rimaste nell’immaginario collettivo, è la più celebre. La pronunciò proprio a proposito della Roma prima della finale di Coppa Italia, primo trofeo della stagione del triplete.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida