Alla fine festeggiano tutti: l’Italia che battendo il Galles (1-0, gol di Pessina) va agli ottavi trionfalmente e saluta l’Olimpico con la terza vittoria consecutiva senza prendere gol, che poi allargando il quadro è l’undicesima di fila a porta sbarrata; il Galles perché con la sconfitta contenuta ha comunque passato il turno come seconda per miglior differenza reti (mentre la Svizzera che ha battuto la Turchia spera nel ripescaggio); e pure Roberto Mancini che si gode la sua creatura nella serata in cui ha eguagliato l’incredibile primato raggiunto da Vittorio Pozzo 82 anni fa, quello di 30 partite consecutive senza sconfitte. Ed esulta tutto l’Olimpico, ieri sera quasi esclusivamente azzurro (appena 400 i gallesi), tutti incantanti da questa Nazionale, tanto da intonare a fine gara “Notti magiche” che però da adesso non saranno più sotto il cielo dell’estate italiana.
L’Europeo in casa per l’Italia è finito qua: gli ottavi li disputerà a Londra, a Wembley, sabato alle 21 contro Ucraina o Austria (che spareggeranno oggi alle 18 a Bucarest), se andrà bene si sposterà a Monaco di Baviera per i quarti, e poi eventualmente semifinale e finale ancora a Londra, con quello che significa in termini di Covid e di difficoltà a viaggiare in Inghilterra di questi tempi per i tifosi. In pratica ci saranno solo gli italiani del posto.
Per la cronaca al fischio iniziale subito stoppato dal buon arbitro romeno Hategan per rendere omaggio al movimento Black Lives Matter si sono inginocchiati tutti i gallesi e solo sei azzurri: Belotti, Pessina, Bernardeschi, Toloi, Chiesa, Emerson. Correttamente la Figc ha lasciato liberi i giocatori di tenere ognuno l’atteggiamento che avesse voluto.
Otto, invece, i cambi rispetto agli undici titolari anti-Svizzera: Mancini di fatto ha perso solo un po’ di qualità nello sviluppo e magari nella rifinitura perché indubbiamente Insigne e Berardi garantiscono un tasso tecnico superiore rispetto a Chiesa e Bernardeschi, ma il recupero di Verratti, una sorta di play aggiunto per Jorginho, ha garantito sempre estrema pulizia nell’uscita dal centrocampo e Pessina ha dato lo stesso dinamismo di Barella, con la solita maggior efficacia sottoporta.
Insomma, in un modo o nell’altro l’Italia di Mancini è sempre la stessa, bella, offensiva, umile e tosta. Se n’è accorto presto Page che ha presentato una versione inedita della sua squadra, un 343 con Bale e James affiancati a Ramsey, nella versione peggiore della sua peggiore versione alla Juventus. Con l’approssimazione di tutte le rifiniture offensive, il Galles gagliardo dei primi minuti s’è presto perso per strada, lasciando spazi e tempi agli azzurri, che ovviamente non si sono fatti pregare.
In mezzo Morrell e Allan sono presti andati in affanno, sulle fasce Connor Roberts e Neco Williams (2001 del Liverpool con ampie referenze) si sono spesso limitati ad andare a cercare i rinvii laterali del portiere Ward, e sono stati costretti poi in fase di non possesso ad appiattirsi con i tre centrali, in un assetto che doveva essere offensivo ed è diventato presto esclusivamente difensivo.
Tanto che la testa fuori dalla propria metà campo i gallesi l’hanno messa solo al 27° su uno schema peraltro riuscito da calcio d’angolo, ben battuto da James per Gunter che si è aperto in torsione verso il primo palo saltando in solitudine e mandando la palla a sfiorare la traversa. Invece gli azzurri sono stati asfissianti nella loro continua proposizione di manovre offensive, con una serie di invasori delle linee avversarie quasi sempre assistiti dai costruttori, soprattutto con Verratti ma anche con i due centrali dal piede educato, Bonucci e Bastoni (preferito ad Acerbi, poi entrato per lo juventino nel secondo tempo).
Proprio un assist del difensore dell’Inter al 12° ha offerto a Belotti la prima occasione e il centravanti del Torino ha provato a inseguirla librandosi nell’aria, mancando il colpo di un centimetro (ma sarebbe stata da verificare la correttezza della posizione di partenza). Al 15° ci ha provato Emerson da fuori, al 17° Toloi con spizzata quasi involontaria di Pessina, in entrambi i casi ha bloccato Ward.
Al 24° una grande intuizione di Bernardeschi ha invitato al tiro da buona posizione Belotti, ma sul diagonale tiro-cross del granata Chiesa non è arrivato per poco. Al 29° il primo strappo di Chiesa ha spaventato la difesa gallese, e sul controcross ancora di Bastoni proprio Chiesa ha battuto in diagonale di destro, trovando però la schiena di Ambadu a deviare il tiro. Al 39° meritatissimo il vantaggio…
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco