Tra passato e futuro, si incastra anche un luccicante presente. Si chiama Chievo, potrebbe chiamarsi record. Luciano Spalletti ha la possibilità di eguagliare un record interno stabilito da una Roma leggendaria, quella dell’epopea di Campo Testaccio, addirittura 86 anni fa, tra il primo e il secondo campionato di Serie A a girone unico: 13 vittorie di fila nel proprio giardino. Un obiettivo da grande squadra, un traguardo da grandi emozioni.
PARAGONE – La Roma è in serie positiva da 12 partite di campionato all’Olimpico, compreso il derby giocato per calendario in trasferta: per la precisione dal 20 aprile, trentesimo anniversario dell’amarissimo Roma-Lecce, quando superò il Torino (3-2) grazie alla pazzesca rimonta griffata Totti. Da allora la squadra ha battuto nell’ordine Napoli, Chievo, Udinese, Sampdoria, Crotone, Inter, Palermo, Bologna, Pescara, Lazio e Milan, raggiungendo… Spalletti che nel 2007/08 arrivò a 12 festicciole consecutive in casa, perdendo poi lo scudetto all’ultima giornata. Replicando la vittoria contro il Chievo toccherebbe appunto quota 13, dove solo i celebrati ragazzi di Testaccio, con Rodolfo Volk nel ruolo di Dzeko e Attilio Ferraris antesignano di De Rossi, sono riusciti a spingersi.
PRECEDENTE – Quella squadra, raccontata anche dalla canzone che suona tutte le volte prima delle partite della Roma all’Olimpico, era allenata dall’inglese Herbert Burgess. Burgess, ex terzino di Manchester United e Manchester City, sostituì in una specie di fluido magico Guido Baccani quasi in concomitanza con il trasloco dallo stadio della Rondinella, più o meno situato dove oggi c’è l’auditorium del Flaminio, al Campo Testaccio. Tra il 16 marzo e il 16 novembre 1930, partendo dalla Triestina e finendo con il Casale, la sua Roma infilò un filotto superbo con l’incredibile cifra di 48 gol segnati e soltanto 5 subiti. La serie venne poi interrotta da un derby con la Lazio, pareggiato 1-1, ma fu determinante per il piazzamento finale: secondo posto, che adesso varrebbe la qualificazione automatica al tabellone di Champions League.
FIBRILLAZIONE – Ma non è questo l’unico primato societario che stasera, come regalo di Natale alla gente, Spalletti potrebbe ritoccare: mai la Roma nella sua storia ha vinto le prime 9 partite di campionato in casa, almeno nei tornei a 20 squadre. Finora, stavolta senza contare il derby di inizio dicembre che appunto non fa statistica casalinga nel girone d’andata, è arrivata a 8. Una volta invece, con Nils Liedholm in panchina, vinse tutte le partite dell’andata, che all’Olimpico scade appunto oggi: successe nel 1982/83, in una Serie A a 16 squadre, con 7 vittorie su 7. Quella stagione si concluse con lo scudetto, nonostante due sconfitte su due contro la Juventus.
VUOTI – Ed è un peccato che per l’ultima partita dell’anno, con la prospettiva di un record affascinante, il tifo romanista non abbia risposto con grande partecipazione. Fino a ieri sera sono stati venduti solo 7.500 biglietti che, sommati agli abbonati, porterebbero il totale degli spettatori a 25.000. E’ evidentemente bastata la gelata dello Juventus Stadium a raffreddare l’entusiasmo popolare, dopo la bella adunata di Roma-Milan con oltre 45.000 presenze. Non ci sarà insomma una cornice indimenticabile. I numeri sono in linea con quelli di Roma-Palermo del 23 ottobre e inferiori alle partite contro Udinese, Inter e probabilmente Sampdoria (9.418 paganti). Non si ferma naturalmente la protesta dei gruppi organizzati, che da oltre un anno non entrano allo stadio: ai tempi di Testaccio non sarebbe mai successo.