Cita Marco Aurelio (“Nulla viene dal nulla come nulla ritorna al nulla“) spiegando così la scelta della suggestiva Terrazza Caffarelli, in Campidoglio, come sede della sua presentazione. Si risente se gli viene chiesto del destino di Dzeko (“Sarò antipatico, ma non condivido con voi quello che faccio all’interno, ne parlo prima con la società e con i giocatori“) facendo però implicitamente capire che farà parte del progetto Roma decidendo di non mettere il bosniaco nella lista B, quella degli epurati eccellenti, di cui fanno parte, tanto per capirsi, Pedro, Kluivert, Fazio, Pastore, Nzonzi, Bianda e Coric.
Lo Special One è composto, mai sopra le righe, tranne quando lancia una frecciatona all’Inter (“C’è chi vince e non paga gli stipendi”) e a Conte (“Mai paragonare qualcuno a me o a Herrera nella storia dei nerazzurri“). Vuole conquistare qualcosa in giallorosso (“Tra tre anni mi immagino che starò festeggiando qualcosa“) ma chiede tempo.
“Mi parlate di titoli e io vi parlo di lavoro, tempo e programmazione. E non dite che è la mia Roma, è la Roma dei romanisti. Io sono vittima di quello che la gente si aspetta da me: al Manchester ho vinto tre titoli, al Tottenham ho raggiunto una finale. Quello che per me è un disastro, altri non l’hanno mai raggiunto nella loro vita”.
Non si fanno vedere i Friedkin, presenti all’evento, ma nascostissimi, lontani dalla sala stampa e dalle foto che vengono scattate a Mourinho accanto alla sindaca Raggi a margine della visita all’interno dei musei capitolini. L’unico giro turistico che lo Special One si concede, visto che “non sono a Roma in vacanza, e non ho deciso di venire qui per la bellezza della città“.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza