Il saluto con José Mourinho, poi la stretta di mano con Dan Friedkin. Per la sindaca Virginia Raggi ieri è stata una giornata a tinte giallorosse. La foto “rubata” ai Musei capitolini con la prima cittadina e il nuovo tecnico è un grande spot in termini elettorali. Peccato che il dossier Tor di Valle sia ancora aperto. Apertissimo, perché sulla delibera con cui il Campidoglio dovrebbe dire definitivamente addio al progetto si è alzato un polverone. I consiglieri più titubanti tra i ranghi della maggioranza grillina preferirebbero che l’atto venisse riscritto dagli uffici: nel documento si fa continuamente riferimento alla Eurnova di Luca Parnasi.
Un soggetto che ormai è uscito di scena: martedì le aree sono state acquistate dalla Cpi del tycoon ceco Radovan Vitek per 45 milioni di euro. I tecnici capitolini attendono una nota ufficiale di Eurnova e Cpi. Una comunicazione che, come filtra dalle due aziende, arriverà entro la fine della prossima settimana. A firmarla saranno i legali di entrambe le società. Il guaio è che le lancette corrono verso la fine della consilitatura e ancora non ci sono certezze. Se non quella che la pazienza della Roma dei Friedkin non è infinita. Il club giallorosso sa che se si perderà questo treno, per arrivare all’addio a Tor di Valle potrebbe servire almeno un altro anno.
Gli investitori ci sono, sono pronti a scendere in campo. Ma vogliono sfruttare il trend della ripresa post-Covid, i fondi del Recovery Plan che dovrebbero far finalmente ripartire l’economia della capitale. Se non sarà possibile cavalcare quell’onda, il ragionamento che fanno i vertici giallorossi è semplice: la Roma può restare all’Olimpico, impianto di proprietà dello Stato su cui la società non investirà un euro.
FONTE: La Repubblica – L. D’Albergo